venerdì 24 ottobre 2014

Bollette dell’acqua, Vico Equense votò per il rincaro

Vico Equense - È rivolta contro le bollette della Gori, la società che gestisce il servizio idrico integrato all’interno dell’Ato 3 che abbraccia i comuni dell’area vesuviana, della Penisola sorrentina e dell’Agro Nocerino sarnese. La goccia, è proprio il caso di dirlo, che ha fatto traboccare il vaso è stata l’avvio dei recuperi tariffari degli anni 2006-2011 da parte della Gori. Lascia certamente perplessi la motivazione pubblicata sullo stesso sito ufficiale della società. “Si sono accumulati – si legge - nel corso del tempo a causa dell’inadeguatezza delle tariffe deliberate in passato dall’Assemblea dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano. In pratica, le tariffe deliberate dall’Ente d’Ambito e applicate da GORI in quegli anni non assicuravano la copertura dei costi di gestione, con la conseguenza che l’azienda ha maturato una significativa esposizione creditoria. L’importo dei recuperi è stato deliberato dall’Ente d’Ambito già nell’ottobre 2012. Quindi, ai sensi dell’articolo 31 della Delibera n.643/2013/R/IDR dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico, il Commissario Straordinario dell’Ente d’Ambito lo scorso giugno ha quantificato l'importo delle partite pregresse relative al periodo precedente l’anno 2012, stabilendone il recupero in 4 quote annuali. Più precisamente, il 50% dell’importo complessivo sarà fatturato in un’unica soluzione ed addebitato in questi giorni, mentre il restante 50% sarà suddiviso negli anni 2015, 2016, 2017” Il 27 ottobre 2012, all’hotel Holiday Inn di Napoli c’è un’ assemblea tra i vertici dell’Ato 3 e i 76 Comuni dell’ambito. La Città di Vico Equense, si legge nella delibera pubblicata sul sito dell’Ato3, è rappresentata da Antonio Di Martino, delegato dal Sindaco.
 
All’ordine del giorno spunta una dicitura molto particolare: «Equilibrio economico finanziario della gestione del servizio idrico integrato, approvazione tariffa anno 2012 e azioni correttive riferite agli esercizi pregressi». Un atto risolutivo, determinante. Nessuno fiata. In pochi si oppongono. Dicono “no” al calcolo delle partite pregresse - importo di 120 milioni di euro, divenuti poi 109 grazie a un accordo di riduzione del debito per le forniture con la Regione Campania - soltanto 8 sindaci. Sono quelli di Angri, Castel San Giorgio, Nocera Inferiore, Poggiomarino, Pompei, Roccapiemonte, Sarno e Scafati. Il resto della pattuglia dei sindaci è d’accordo: 53 favorevoli, un astenuto. Gli altri assenti. In sintesi non si tratta di bollette non pagate bensì un aumento delle tariffe che erano state deliberate dall’assemblea dell’Ato che in quegli anni gestiva il servizio perchè erano troppo basse e non assicuravano la copertura dei costi di gestione. Un comportamento assurdo da parte della Gori che in questo periodo di crisi colpisce i cittadini che non hanno nessuna colpa nè dei costi di gestione nè degli importi delle tariffe che al tempo erano stati stabiliti, che hanno pagato puntualmente nel corso di questi anni.

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