Fonte: Carlo Porcaro da Il Mattino
I tempi del governo Prodi con il 10% di consensi in Campania sono lontani, ma Clemente Mastella, rinvigorito dalle assoluzioni giudiziarie, vuole tornare ad avere voce in capitolo. Con l'Udeur 2.0, in nome della vecchia tradizione democristiana, al fianco di Silvio Berlusconi insieme a Lorenzo Cesa, Paolo Cirino Pomicino e Gianfranco Rotondi. Affollata presentazione del simbolo (torna il Campanile) alla Stazione Marittima: tante strette di mano per il sindaco di Benevento, ressa di telecamera come ai bei tempi da ministro del Lavoro e della Giustizia, la moglie Sandra Lonardo raggiante e vecchi fedelissimi ad applaudire come Luigi e Gennaro Nocera. Le disavventure giudiziarie sono state per Mastella uno spartiacque, normale quindi che ora invochi per altri la stessa durezza subita da lui. «Esiste l'istituto delle dimissioni e la Boschi era doveroso si dimettesse in una vicenda come questa - ha detto - Non ho motivo di rancore, però se non lei almeno si dimetterà il padre. Ma è evidente che l'istituto delle dimissioni è solo della Dc io mi sono dimesso e Cossiga si dimise». Ora il futuro è il ritorno da e con Berlusconi considerato «garanzia democratica, vero punto di equilibrio nel Paese anche per arginare l'arroganza di Salvini». La nuova Udeur parteciperà ad un listone di moderati, una Balena bianca mignon, insieme a Rivoluzione cristiana di Rotondi, l'Udc di Cesa e la Dc di Sandri. «È chiaro che c'è una ragione se la Dc al Sud è forte ha aggiunto l'ex Guardasigilli- Salvini non può mai rappresentante le aree meridionali: potrà prendere qualche cifra in più dello zero ma nei collegi a differenza del Nord non ha possibilità, lì o combattiamo noi o non ce la si fa. Neanche Fdi è più forte di noi». Per il sindaco di Benevento la cosiddetta quarta gamba è la seconda forza dopo gli azzurri all'interno della coalizione di centrodestra.
«Ci sono quattro componenti nel centrodestra e noi siamo la seconda - ha concluso - Oggi credo che per realizzare il 3 per cento serva lo scudocrociato». L'obiettivo ambizioso, in questa rincorsa al centro da parte di quasi tutte le forze politiche, è recuperare i disillusi. «Il Movimento 5 Stelle vince con meno del 30 per cento di cittadini che vanno al voto - ha teorizzato Mastella - Quindi i 5 Stelle non recuperano i disillusi che decidono di non andare a votare: è in quella direzione che noi dobbiamo andare. Mi fa piacere questo patto di Napoli con Cesa perché diamo all'Italia una forza di grande serietà e la Sicilia l'ha dimostrato». Infine il passaggio relativo all'incandidabilità del leader Fi. «È bislacco che l'Ue chiede a noi di velocizzare tempi e poi la giustizia europea non decide su Berlusconi - ha evidenziato Mastella - È irrituale». Anche il segretario nazionale dell'Udc Cesa ha ricordato la vittoria in Sicilia «dove abbiamo messo insieme tante persone e ottenuto un risultato: non è un'operazione nostalgica, ma un'operazione romantica col porta a porta». Per Cesa, che in Campania ha rotto con i De Mita affidandosi a Carmine Mocerino e Pietro Funaro, il brand Dc può attecchire ancora: «Lo scudocrociato è di tutti noi - ha concluso - Saremo importanti in Parlamento nella prossima legislatura». In contemporanea, dinanzi a circa 700 persone, si è svolta l'assemblea della Democrazia Cristiana al teatro Augusteo.
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