Meta - Il sostegno incondizionato al Terzo Polo, con cui era candidata la sua assessora Biancarnaria Ballano. Ma anche la partecipazione ad un evento pubblico al fianco di Sandro Ruotolo, candidato con la coalizione democratico-progressista all'uninominale alla Camera. Un sindaco tra due fuochi, Giuseppe Tito, prima che l'incendio divampasse nell'aula del consiglio comunale. La mancanza del numero legale in un'assise disertata dall'opposizione e dall'intera pattuglia del Pd ha fatto seguito all’azzeramento della giunta, avvenuto 24 ore prima, con la "punizione" velata per Roberto Porzio e Angela Aiello, neppure citati nel decreto sindacale di revoca delle deleghe. 1 colleghi della penisola sorrentina e le associazioni del territorio, in realtà, sono tutti dalla parte di Tito, che ha ancora due settimane per tornare sui suoi passi e provare a ricomporre i cocci, dopo la frattura creatasi nel corso di una campagna elettorale in cui qualcosa è andato storto nella gestione dei rapporti con i suoi consiglieri. Il primo cittadino dimissionario si è chiuso nel suo silenzio e sta riflettendo sul da farsi, consapevole della sua posizione di forza, dal momento che rappresenta anche l'unico riferimento della penisola sorrentina in Città Metropolitana. Ed è proprio questa la carta che Tito si giocherà nel momento in cui i dissidenti dovessero continuare a restare sull'Aventino. La dead line, d'altra parte, è fissata al 18 ottobre. E fino ad allora i fedelissimi del sindaco proveranno a ricucire lo strappo. Del resto l'interruzione anticipata della consiliatura non farebbe comodo a nessuno. (Metropolis)
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