Il deputato eletto segretario regionale del partito con 7278 preferenze su 14.011 tesserati nel 2024 -
di AL.GE. - La Repubblica Napoli
Ci sono i dati del congresso. E puntuale scatta l'allarme nel Pd campano. Piero De Luca, il figlio del governatore, è stato eletto domenica con 7.278 voti. Candidato unico, hanno partecipato in 7674. Significa che sono state 396 le schede nulle e bianche. Poche. Il risultato è soddisfacente, un po' meno se confrontato con l'affluenza nei circoli. Gli iscritti nel 2024, quelli che avevano diritto al voto rinnovando la tessera, sono 14.011. Tradotto: ha votato il 54,7 per cento, quasi la metà ha disertato. Ed è significativo perché il partito era commissariato da quasi 4 anni, bisognava «ripristinare la democrazia interna», come reclamato tanto volte dal neo segretario con il padre governatore. Voglia di partecipazione che ha fatto i conti con la scelta di una candidatura unitaria, voluta dalla segretaria Schlein, che ha sbloccato di fatto la corsa di Roberto Fico alle Regionali per il centrosinistra. Un'operazione che ha lacerato parte dell'area Schlein campana. Che ora si dichiara «preoccupata» leggendo i dati del congresso: «Perdiamo il 50 per cento degli iscritti. In questi anni abbiamo mandato via quelli che si erano tesserati grazie a Elly». Sono numeri su cui dovrà riflettere il nuovo segretario. Potevano votare tutti gli iscritti 2024, rinnovando al momento del voto, più i nuovi iscritti 2025 fino al 27 agosto. Perché quasi la metà non ha partecipato al congresso? È mancata la competizione interna, per la scelta del candidato unico apparsa come «un accordo di potere», anche se smentito da De Luca jr.
Occhio ai dati su Napoli, la provincia dove è più radicata l'area Schlein del deputato Marco Sarracino e dell'eurodeputato Sandro Ruotolo: vota meno della metà degli iscritti, esattamente il 42,7 per cento (2495 votanti su 5839 iscritti). La migliore performance a Caserta col 77 per cento di affluenza, poi Beenevento col 69,2, Salerno col 64. Sabato ci sarà l'assemblea, 153 componenti, da cui verrà fuori la direzione e poi il presidente del partito . Ieri il governatore Vincenzo De Luca non ha voluto commentare l'elezione del figlio. Il presidente ha annunciato 1 miliardo a disposizione per le strade delle aree interne della Regione, in una sorta di "contro campagna elettorale" con Fico che ha battezzato proprio le aree interne come uno dei suoi cavalli di battaglia finora. «Ogni tanto - tuona De Luca senza nominare il candidato 5 Stelle - sento persone che parlano a capocchia delle aree interne. Ho sentito parecchie imbecillità negli ultimi giorni». Ancora: «Dove erano questi giovanotti e giovanotte quando abbiamo combattuto per sbloccare i fondi di coesione? ». E rivolgendosi ai sindaci in sala si è raccomandato di spendere i soldi e di mandare in Regione le carte per la rendicontazione: «Io non ci sarò, quindi non ci sarà nessuno che vi chiama ogni mattina per ricordarvi la documentazione». A domanda sulle elezioni delle Marche perse dal centrosinistra, De Luca è tranchant: «La politica politicante, le cose fatte a tavolino, non producono risultati. Ai cittadini, alle imprese, alle persone normali, le coalizioni non fanno né caldo né freddo, interessano i programmi». C'è rischio di perdere anche in Campania? «No, ma lo dico per il lavoro che abbiamo fatto noi, non per quello che vedo agitarsi in maniera un po' fumosa sulla scena». Altra stoccata a Fico che ha convocato per venerdì i partiti: cinque tavoli sui temi a Città della scienza. Ieri pomeriggio n consiglio regionale le urla in aula di De Luca contro la consigliera del Pd Bruna Fiola per la legge sul commercio. Fiola ha criticato la presenza nel testo delle associazioni storiche «senza reale rappresentanza». «Dove sono tutte le dichiarazioni sulla trasparenza del presidente? ». E De Luca di fronte a lei: «Non ti permettere, stai calma». La replica di Fiola: «Tanto questo testo tra pochi mesi lo cambio. L'uomo solo al comando non porta a niente. Ma manca poco».

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