giovedì 8 maggio 2008

Il Pd si fa in quattro: bassoliniani, popolari lettiani e veltroniani

Laboratori, factory, forum, luoghi delle idee. O meglio fondazioni e associazioni al posto delle correnti, che poi tanto diverso non è. Il Partito democratico campano (come quello nazionale d'altronde), orfano di tessere e sezioni, per radicarsi sul territorio si riorganizza. C'è chi l'associazione già ce l'ha e la mette in campo. Chi, invece, ha pronto lo statuto ma non ha ancora deciso la leadership. E chi potrebbe unirsi. Si vocifera che Massimo D'Alema voglia aprire una sede della sua fondazione Italianieuropei anche a Napoli, oltre che a Roma e a Milano. Prima uscita campana una tre giorni della scuola di formazione politica organizzata per fine maggio in quel di Marina di Camerota. Ora se D'Alema sbarca a Napoli a chi si dovrà appoggiare se non agli uomini di più stretta fede bassoliniana? Come anticipato dal Corriere del Mezzogiorno il 25 aprile scorso è a buon punto il progetto che raggruppa chi non vuole disperdere l'esperienza di governo, che non è, testualmente, «tutta munnezza». Nei giorni precedenti alla composizione delle liste elettorali si sono susseguite una serie di riunioni promosse da Andrea Cozzolino, Antonio Marciano, Michele Caiazzo, Maria Fortuna Incostante, Michele Gravano, Angela Cortese, Tino Santangelo, Diego Belliazzi, Ennio Cascetta e Tonino Amato. Questi ultimi, però, nella costituenda associazione (o fondazione non si sa ancora) non ci sono già più. Il traumatico risveglio post elettorale ha cambiato nuovamente gli assetti. Ed ecco spuntare la via più democristiana al Pd. Si chiama Territorio, diritto e solidarietà, è un'associazione trasverale che raccoglie popolari, riformisti, ex coraggiosi- rutelliani, ma anche ex Ds morandiani. Per dare un volto e un'anima a questa corposa compagine in testa ci sono Pasquale Sommese e Tonino Amato, che, in termini di consenso, sono una garanzia. Il test di forza lo hanno fatto a Città della Scienza con una manifestazione gremita. Nel laboratorio ci sono Pietro Ciarlo, Bruno Cesario ma anche Felice Laudadio, Domenico De Masi e Felice Iossa. E ancora Berardo Impegno e soprattutto sindaci e amministratori. Al grido di «basta con le rendite di posizione» contano di avere il 30 per cento del partito. Outsider, tutt'altro che sprovveduti sono infine Eugenio Mazzarella e Luigi Nicolais. Terza e quarta parte, per ora, del Pd campano. Il prof deputato presiede in Campania l'associazione lettiana 360, che a livello nazionale è guidata da un altro napoletano Umberto Ranieri. Mentre l'ex ministro è a capo della più veltroniana Democratici in rete. Sebbene a livello nazionale tra Letta e Veltroni non corra buon sangue, all'interno del partito locale tra Mazzarella e Nicolais c'è una sintonia politica unica: entrambi invocano discontinuità e ricambio della classe dirigente. Un primo assaggio di accordo oggi durante la direzione regionale del partito, la prima dopo la batosta. (Simona Brandolini Corriere del Mezzogiorno)


D'Alema riunisce i suoi parlamentari Ticket Bersani-Letta. E allarga la corrente

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma veramente Massimo D'Alema ha una scuola di formazione politica??? Io mi pensavo che era una battuta, che quando si diceva sta cosa lo si voleva sfottere.
E cosa insegna ai partecipanti? Terrà lezioni su come si perdono le elezioni, su come si diventa antipatici all'inverosimile o su come si costruisce l'autoreferenzialità.

Ma cose di pazzi...