venerdì 1 agosto 2008
I verdi lanciano la Gabanelli
Un ideuzza estiva. Intrigante, ma che non dura oltre lo spazio di una giornata. La responsabile provinciale dei Verdi, Daniela Guerra la butta lì, a quel che sembra senza neppure chiedere il consenso della diretta interessata: il prossimo sindaco di Bologna sarà Milena Gabanelli, l'autrice del programma di inchieste giornalistiche Report. «Se accetterà, la sua candidatura potrebbe rappresentare una vasta area riconducibile a una sinistra ambientalista», dice ancora la Guerra, ansiosa di prendere le distanze dalla «deriva antagonista» di Rifondazione e desiderosa, al contrario, di «affrontare le elezioni amministrative con una coalizione che sappia ricomprendere la sensibilità della sinistra e degli ambientalisti, sottoscrivendo un programma condiviso». Il che vuol dire, per chi non si occupa troppo delle due torri, che il candidato a cui puntano i Verdi va cercato principalmente in accordo col Pd. E, eventualmente, partecipando alle primarie che il partito ha già indetto per il prossimo autuno. Più o meno il contrario di quello che vuole fare una parte - trasversale - della ex Sinistra arcobaleno. Che invece punta a scegliere un aspirante sindaco dell'intera sinistra, accettando il rischio di contrapporlo a quello del Pd. Sia come sia la sfida tra schieramenti, Milena Gabanelli dice di non essere interessata alla proposta: «Sono onorata di questa dichiarazione di fiducia - argomenta - ma penso che continuerò a fare un mestiere che mi piace , invece di uno che non mi piace e che non so fare. Oltretutto non mi ci vedo con la fascia tricolore a ricevere delegazioni». Pare che a convincere i Verdi (ma anche qualche maggiorente di Sinistra democratica) che la candidatura della giornalista potesse funzionare, sia stata una lettere scritta proprio da lei al Corriere di Bologna. Un appello all'apertura delle primarie del Pd «a tutti coloro che si riconoscono nella linea politica del Pd»: «Devono essere i cittadini poi a decidere chi deve affrontare l'avversario alle elezioni finali per la poltrona di palazzo D'Accursio. In questo modo le primarie diventerebbero una gara veramente democratica e non una suggestione vuota, una gara in cui Sergio Cofferati partirebbe senz'altro in vantaggio sugli altri, ma non li escluderebbe». Per una che non vuol «cambiare mestiere», proprio niente male. (Sara Menafra il Manifesto)
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