domenica 31 agosto 2008
Delfini un incubo per i pescatori
Vico Equense - Adorati da bambini e turisti, sono un incubo per i pescatori. Fra gli operatori della penisola sorrentina e i delfini che popolano le acque del Golfo di Napoli è diventata una questione di sopravvivenza. I pescatori calano la sera le reti in mare, i delfini puntuali le rompono e mangiano il pescato. Con l’accuratezza dei buongustai, i cetacei, della specie tursiope familiarmente chiamata «’o ferone» nel gergo della pesca, scartano gli scorfani e altri pesci e si tuffano sui pregiati merluzzi e triglie. Un danno economico enorme per i pescatori costretti a tornare a riva beffati, con le reti distrutte e da riparare con le barche desolatamente vuote. «Per noi sono diventati ormai il nemico numero uno, peggio delle avverse condizioni meteo – dicono Luigi Sorrentino e Carlo Cuciniello della cooperativa San Francesco di Paola - la convivenza è ormai impossibile, se le cose andranno avanti così fra non molto tempo non saranno più i delfini da dover proteggere, ma i pescatori ridotti ormai a una specie in via di estinzione». «I problemi legati alla pesca, nonostante migliaia di addetti da Pozzuoli sino alle coste del Cilento, sembra che non interessino nessuno – continua Luigi Sorrentino – eppure esercitiamo uno dei più antichi mestieri, nel rispetto delle leggi nazionali e comunitarie. Noi non abbiamo niente contro i delfini, non vogliamo catturarli né tanto meno procurarne la morte, ma abbiamo il sacrosanto diritto di difendere la nostra sola fonte di guadagno. Si tratta di trovare una soluzione che tuteli sia la nostra attività che la loro sopravvivenza». Secondo i due pescatori vicani non tutti i delfini costituiscono un pericolo per la attività della categoria. Le più piccole «stenelle» sono sempre ben accette quando si affiancano ai pescherecci e li accompagnano durante la navigazione con acrobatiche evoluzioni acquatiche. L’incubo invece è «‘o ferone», dalle dimensioni più grandi e dalla notevole voracità e intraprendenza nel rompere le reti. Una convivenza impossibile nelle acqua del Golfo? Per i pescatori, che auspicano un intervento di sostegno da parte delle autorità pubblica, qualcosa si può fare. Lo conferma Carlo Cuciniello: «A Mazara del Vallo in Sicilia è stato realizzato già da tempo, dai ricercatori dell’istituto di ricerche sulle Risorse marine e l’ambiente del Cnr uno strumento, denominato Pinger per tenere lontani i delfini dalle reti. Si tratta di un costoso apparecchio, (circa 30mila euro), collegato alle reti che emette suoni in grado di tenere lontani i delfini. Tutti i pescatori che lo hanno utilizzato non hanno più subito danni rilevanti alle reti». La stessa iniziativa è stata portata avanti a Stintino in Sardegna dove la spinta è arrivata dalla locale cooperativa dei pescatori. In entrambi i casi le rispettive Regioni sono intervenute finanziando le cooperative di pescatori per l’acquisto dei «Pinger» da installare sulle reti. (u. c. il Mattino)
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