«Sì al confronto, ma senza esito scontato». Da Pasquale Viespoli, sottosegretario al Lavoro, arriva un tiepido «ni» rispetto a un’alleanza con l’Udc di Ciriaco De Mita. Il ministro Andrea Ronchi, portavoce di An, esclude una simile ipotesi. Lei si vede alleato di De Mita? «Intanto va fatta una premessa: al di là della continuità inerziale, il ciclo politico di questo centrosinistra si è profondamente esaurito lasciando peraltro irrisolti tutti i nodi». Questa è la premessa. E il resto? «È evidente che il Pdl abbia il dovere del dialogo perchè sono aperte grandi questioni che attengono al sistema che si intende costruire e io sono tra coloro che ritengono che con le aree di centro si debba discutere e confrontarsi». Il Pdl discuterà con De Mita? «Dopo i guasti di questi anni occorre pensare finalmente alla Campania e credo che ci si debba confrontare anche con chi ha alle spalle una lunga storia politica che peraltro abbiamo contrastato e continuiamo a contrastare. Non alzo steccati e non vedo perchè non debba esserci un confronto anche con De Mita. Con Ciriaco sono pronto a confrontarmi pubblicamente». Confronto o alleanza? «Il punto è proprio questo. Aprire un dialogo non significa stringere un’alleanza. Un confronto non ha mai esiti scontati e può anche sfociare nell’antagonismo». Ma c’è la tentazione, pur di vincere, che il Pdl possa fare patti anche con chi per anni ha combattuto aspramente? «La mia storia personale e politica dimostra chiaramente che non ho mai sostenuto alleanze che non siano di governo. Detto questo, aggiungo che bisogna stare attenti a non fare confusione: un conto è parlare del Pdl, cioè di come costruire un partito unitario; altro conto è parlare di alleanze che si fanno tra soggetti diversi, come succede a livello nazionale dove il Pdl è alleato di Lega e Mpa». Ma De Mita... «Guardi che l’Udc non è solo De Mita, ci sono anche tanti soggetti che hanno una forte volontà di dialogo con il Pdl. Pionati secondo lei guarda al centrosinistra? E comunque il problema sulle future alleanze più che nel Pdl sta nell’Udc». Vuol dire che gli elettori dell’Udc guardano già al centrodestra? «Sono convinto che sia così. C’è un elettorato moderato che ha sempre votato contro il centrosinistra e che guarda al centrodestra come alternativa di governo. Sta all’Udc scegliere da che parte stare. Ma una cosa è certa: la politica dei due forni non può essere riesumata e se l’Udc dovesse scegliere la strada terzista abbia il coraggio di percorrerla fino in fondo». A proposito del centro, è pronto a confrontarsi anche con il suo conterraneo Clemente Mastella? «Non mi chieda troppo. Per ora mi fermo a parlare di De Mita». (Paolo Maniero il Mattino)
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