«Quando si mette la polvere sotto il tappeto prima o poi rispunta fuori». Nella sede nazionale del Pd c'è amarezza per le notizie che arrivano da Napoli, ma non sorpresa. Se — come ricorda qualcuno — in occasione delle primarie di ottobre per la scelta del segretario regionale si assistette a brogli, ricorsi, gente che protestava, commissari spediti dal centro in periferia, schede spostate di qua e di là, e ciò nonostante tutto fu messo tacere e si scelse di chiudere «la pratica» in fretta e furia perchè si doveva andare a Milano per l'assemblea costituente con tutti gli organismi dirigenti in carica (era il 29 ottobre), se andò così «è ovvio che oggi succeda ciò che è sotto gli occhi di tutti». E
Andrea Orlando, responsabile organizzativo del Pd, aggiunge: «Anzi, che questi problemi di tesseramento gonfiato (613 tesse su 700 voti alle ultime elezioni, ndr) siano accaduti solo in un Comune, a Visciano — almeno così risulta fino a questo momento — è già un successo. In Campania i problemi sono storici, in questo caso si sommano quelli derivanti dalla non conoscenza e comprensione dello statuto. Posso dirlo io che mi occupo di organizzazione da molto tempo», conclude Orlando, sottolineando che a Napoli «succedono sempre casini». E così ancora una volta la direzione nazionale, dopo l'esposto alla commissione di garanzia nazionale, ha dovuto inviare un dirigente per controllare quanto sta accadendo. «Non è proprio un commissario - spiega
Antonio Solano, della commissione provinciale - Antonella Russo ci aiuterà nella riunione di martedì, convocata ad hoc per analizzare il caso Visciano. E se verranno riscontrati elementi importanti - cosa che non dubitiamo, vista la discrepanza tra numero di iscritti e numero di elettori - prenderemo provvedimenti». Cioè verrà annullato il tesseramento. In un certo senso in questa direzione si è espresso, con la lettera indirizzata alla commissione nazionale, anche il segretario provinciale, Gino Nicolais, accusato sostanzialmente di essere diventato «un signore delle tessere» e di «non aver preso, da quando a luglio ha assunto la guida del partito, alcuna posizione politica sui tanti temi scottanti e di essersi concentrato solo sulle tessere». Orlando non ci sta a dare alcun giudizio su Nicolais, anche perchè - ricorda - segretario lo è da due mesi, uno dei quali è agosto. Piuttosto sottolinea che chi detiene il pacchetto delle tessere non controlla automaticamente il gruppo dirigente. Si vota, infatti, con il doppio turno e al secondo sono gli elettori ad esprimersi. Insomma, chi ha o avrebbe gonfiato il tesseramento, secondo vecchie pratiche, ha fatto un lavoro inutile. Così da Roma sta per partire un plico alla volta di Napoli, contenente una lettera che spiega nel dettaglio cosa dice lo statuto e con cui si annuncia ufficialmente che la lente di ingrandimento è puntata sul territorio: ovunque si troveranno discordanze rispetto alla media nazionale tra elettori e iscritti (circa il 10%, percentuale più alta al sud), la cifra in più verrà «sterilizzata». Per ora nel quartiere generale di Veltroni si prova a contenere i problemi campani, ma si respira preoccupazione profonda. «Durante le primarie a Torre Annunziata avemmo notizia di infiltrazioni della camorra» e dunque l'allerta è sempre alta a largo del Nazareno. A Napoli, dove i gruppi contrapposti e dai contorni affatto definiti e netti si combattono senza tregua, questo profilo basso del gruppo dirigente nazionale non basta più: «Berlusconi è venuto in città otto volte, Veltroni soltanto una».
(Rosanna Lampugnani da il Corriere del Mezzogiorno)
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