sabato 13 settembre 2008
Porcellum 2
Proposta di legge per il voto alle Europee: sbarramento al 5% e niente preferenze. Non sarà il governo a presentarlo, ma questo sembra il chiaro e netto orientamento del Pdl: Berlusconi ha dato il via libera al federalismo e in cambio Calderoli rinuncia a cercare un accordo bipartisan sul sistema di voto. Il Partito democratico, che aveva avviato un dialogo su questa legge, prefigura un´opposizione dura. Salvatore Vassallo, uno degli ambasciatori del Pd e autore di progetto di legge che fermava al 3 lo sbarramento con le preferenze (unica o due con clausola uomo-donna), parla ora di clima «da muro contro muro». «Berlusconi sente il vento in poppa, è convinto di non pagare alcun prezzo nel Paese per questa forzatura e tira dritto», dice Vassallo. «A queste condizioni il no del Pd in aula è scontato», avverte Giorgio Tonini, stretto collaboratore di Veltroni. «Ci prepariamo a una grande battaglia, le riforme non si fanno a colpi di maggioranza», è il monito di Nicola Latorre. Francesco Rutelli ha promesso all´Udc di condurre una «lotta comune» per le preferenze. Ed Enrico Letta parla di «ennesimo scippo ai danni» dei cittadini. Nella sinistra radicale però da mesi serpeggia il sospetto che al Pd, sotto sotto, non dispiaccia una riforma che lo mette al riparo dal “ritorno” di Rifondazione e quindi da una possibile emorragia dei voti che alle politiche sono arrivati da Prc e dintorni.
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