Flora Beneduce: “Wojtyla, il Papa che ha illuminato di grazia l’ultimo trentennio”
Vico Equense - Quest’anno il primo maggio diventa solennità religiosa. Per noi cattolici di questo secolo, si tratta di una data storica: il pontefice Giovanni Paolo II diventa beato. “Karol Wojtyla è stato il Papa che ha illuminato di grazia l’ultimo trentennio– dice Flora Beneduce, coordinatrice di Cattolici in movimento della provincia di Napoli -. Ora il mondo potrà ammirare come exemplum quel capolavoro che è stata la sua vita terrena. Con la beatificazione, la Chiesa cattolica riconosce formalmente la sua ascesa al Paradiso e la sua capacità di intercedere presso Dio, accogliendo le preghiere a lui rivolte dai fedeli. Il primo maggio sarà momento di letizia per tutto il mondo cattolico. Io lo vivo con la trepidazione, l’attesa e l’entusiasmo di chi ha vissuto dall’interno, in qualità di perito del tribunale ecclesiastico, un processo di canonizzazione. Due anni fa, infatti, ho avuto l’onere e l’onore di compartecipare alla proclamazione di santità di Caterina Volpicelli, la “santa dei poveri”. Sono stati giorni intensi di studio e preghiera. Mi sono sentita parte di un’immensa sorgente di fede, da cui tutti possono attingere. Oggi mi sento percorsa dalle stesse emozioni. La comunità dei fedeli avrà un nuovo beato, già amato profondamente in vita. Io sono molto legata alla figura di Giovanni Paolo II. Ha saputo interpretare i tempi, guardare il cuore delle persone, chiedere perdono. Ha amato, si è fatto strumento nelle mani di Dio, ha vissuto fino in fondo la sua passione. La sua strenua volontà, il suo carisma, la sua santa carnalità mi commuovono ancora. Ricordo il giorno in cui fu ferito nell’attentato del 1981. Mentre il mondo soffriva la sua sofferenza, Karol Wojtyla incitava a perdonare. Quale suprema forma di amore! Penso al giubileo del 2000, al suo mettersi in ginocchio per chiedere perdono degli errori commessi dalla Chiesa nel corso dei secoli. Sulle sue spalle sembravano pesare i macigni di tanti sbagli e tanti sacrifici. Lui, un papa santo, ha supplicato l’umanità, implorando perdono. L’umiltà è stata l’espressione più autentica del suo pontificato. Voglio, infine, lasciare un’ultima immagine: quella del Papa che passeggia tra la neve. Quel bianco di luce rimarrà sempre nel mio cuore e mi indicherà la meta di ogni mia azione: purezza nell’intenzione e ricerca della santità. La beatificazione di Wojtyla è per me e per ogni cattolico un momento di gioia intensa, in cui la comunità sentirà su di sé lo Spirito divino, quello Spirito che ha operato con le mani di un grande pontefice, ma soprattutto di un grande padre”.
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