Provincia di Napoli - “La Provincia di Napoli allo stato non ha adottato alcuna misura relativa ad aumenti delle RC Auto né di qualsiasi altra accisa di pertinenza dell’ente provinciale. Ogni conclusione e valutazione fatta in queste ore è prematura. Certo, se il Governo vuole di fatto commissariarci disponendo per quest’anno, come sembra, tagli per 55 milioni anziché per 15 milioni come era nelle previsioni, attraverso l’eliminazione dell'addizionale sull'energia elettrica degli impianti industriali, può anche darsi che insieme ad altri presidenti di Provincia sia costretto ad andare a Roma per consegnare le chiavi del Palazzo” Lo ha detto il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro intervenendo a commento delle notizie che riportano di un aumento della rc auto per quanto concerne le accise di pertinenza della Provincia di Napoli. “Già l’anno scorso – continua Cesaro - conseguentemente ad altri tagli per 22 milioni di euro, diversamente da altre amministrazioni, non disposi alcun aumento delle accise che insistono sulla rc auto, consci del fatto che sul territorio le tariffe in questione sono, non per colpa dell’Amministrazione provinciale, tra le più alte d’Italia. Oggi non so se questo sarà possibile, e con l’assessore al bilancio e tutti i funzionari stiamo verificando in queste ore la reale portata dei provvedimenti governativi che, come una vera e propria partita di giro, trasferiscono fondi locali a livello centrale. Provo un vero senso di repulsione a dover pensare di aumentare alcune accise, anche perché gli sforzi che abbiamo fatto per avere una politica di rigore sono evidenti a tutti, tranne magari a chi ama fare speculazione politica”. “Abbiamo agito pesantemente sulle partecipate tagliando benefici e privilegi che andavano avanti da anni e costringendo gli amministratori a studiare piani industriali rigidissimi. Siamo intervenuti pesantemente sul nostro patrimonio immobiliare. L’anno scorso – ricorda il presidente Cesaro - abbiamo approvato la delibera sulle alienazioni: i relativi bandi sono pronti ed attendiamo solo le autorizzazioni del ministero e delle sovrintendenze competenti che debbono comunicarci le prescrizioni necessarie, essendo quasi tutto il nostro patrimonio composto di immobili antecedenti il 1960. Nonostante ciò abbiamo già avviato le procedure per il diritto di prelazione da parte dei soggetti interessati, ed alcuni lo hanno già esercitato consentendo di iscrivere a bilancio fondi per circa 700mila euro.Abbiamo anche stipulato contratti che non esistevano. Per esempio la Facoltà di Agraria di Portici che non pagava nel passato una lira, ha sottoscritto con noi un contratto di 9 anni, che prevede un canone di 250 mila euro l’anno oltre alla realizzazione di lavori per 150mila euro l’anno per il recupero e la manutenzione degli immobili che occupa. Abbiamo in corso con lo Stato azioni giudiziarie per il recupero di fitti non pagati di immobili di prestigio per circa 10 milioni di euro: parlo della Prefettura, della Questura nonché di diverse caserme. Insomma stiamo attuando tutte misure finalizzate alla riduzione degli sprechi per una sana politica di gestione. E’ mortificante e svilente a questo punto risultare invece come un cinico e cieco esattore. Ora – ha concluso Cesaro - è solo il profondo senso di rispetto delle Istituzioni che mi impone a ricercare qualsiasi soluzione volta a penalizzare il meno possibile i cittadini dell’area metropolitana partenopea, sia sotto il mero profilo fiscale che sulla qualità dei servizi. Ma dal punto di vista umano e politico abbiamo veramente toccato il fondo!”
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