sabato 18 gennaio 2014

Tares, stangata choc per i ristoratori

Gli imprenditori vanno all’attacco e sono pronti a una maxi-protesta: spunta l’ipotesi di un ricorso d’urgenza alla commissione tributaria 

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis 

Sorrento - Stavolta la polemica non parte dai banchi dell’opposizione consiliare come invece è capitato quando l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Cuomo andò a «ratificare» il listino della Tares e su cui si consumò un’incredibile battaglia anche in consiglio. L’attacco ora è lanciato direttamente dai ristoratori. In 30 hanno detto «basta» al salasso Tares, che così come ha denunciato ieri l’associazione presieduta dall’avvocato Giuseppe Di Casola, sfora in certi casi soglie quasi astronomiche. Un aumento, per la tassa sulla raccolta dei rifiuti urbani, che giunge al 300 per cento. «Una realtà improponibile. E per tanti motivi» dicono in coro i ristoratori sorrentini pronti anche a presentare ricorsi di massa alla commissione tributaria provinciale per ottenere contromisure adeguate alle proprie esigenze in tempi di crisi, tagli e vacche magre. Soprattutto per il commercio. La protesta, insomma, è praticamente dietro l’angolo. Come è emerso ieri, i ristoratori non si capacitano del fatto che, «nonostante la città sia tra le più virtuose della Campania, invece di ricevere sconti, visto i risultati della raccolta differenziata, si subiscono aumenti di anno in anno». Ecco perché gli imprenditori della città del Tasso si sono dati appuntamento per oggi pomeriggio in centro per capirne di più e stabilire il da farsi. Sarà un vertice fondamentale in cui decideranno come reagire alla nuova Tares e quali provvedimenti adottare di concerto con i propri legali. Sì, perché potrebbero spuntare anche ricorsi alla giustizia contabile. La telenovela Tares continua. Nonostante in questo momento Sorrento prende sempre più le sembianze di una «città-fantasma» perché, come è prassi consolidata, quello di gennaio e febbraio rappresenta il classico periodo di bassa stagione.
 
Ma numerose attività, coordinate anche da una specifica ordinanza emessa a dicembre dal sindaco Giuseppe Cuomo, si sono coordinate per restare aperte e rendere la città vivibile, anche se i clienti sono certamente meno numerosi rispetto agli altri periodi dell’anno. Hanno aderito all’iniziativa dell’associazione numerosi locali storici della città del Tasso. Sul caso, è laconico il commento dell’avvocato Giuseppe Di Casola, dal 2010 presidente dell’associazione ristoratori sorrentini. «In questo particolare momento storico - dichiara il legale - guidare un’attività non è di certo una cosa semplice. Il Paese sta attraversando un gravissimo momento di crisi economica che va a minare la stabilità della classe imprenditoriale italiana. Lanciando uno sguardo a Sorrento, proprio per quel che riguarda i ristoratori, bisogna innanzitutto dire che alla tradizione di ospitare al meglio ospiti italiani e stranieri sappiamo abbinare al meglio anche la capacità di saper affrontare le difficoltà. Ma adesso, con questo salasso della Tares, davvero si rischia grosso. Gli aumenti in certi casi raggiungono anche il 300% e lo riteniamo a dir poco assurdo. Non è possibile, non si può andare avanti così. Oltre alle tariffe, vanno rivisti anche i concetti alla base di quest’imposta». Fra le tante strade che potrebbero intraprendere insieme i ristoratori sorrentini, quella più probabile sembra la presentazione di un maxi-ricorso - da produrre in tempi abbastanza brevi - da notificare alla commissione tributaria provinciale. «Vedremo, vedremo - commenta il presidente dell’associazione ristoratori di Sorrento -. Adesso ci incontreremo e studieremo le mosse da attuare contro le Tares». Nessun commento sulla protesta da parte dell’amministrazione.

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