Gli imprenditori vanno all’attacco e sono pronti a una maxi-protesta: spunta l’ipotesi di un ricorso d’urgenza alla commissione tributaria
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Sorrento - Stavolta la polemica non
parte dai banchi dell’opposizione
consiliare come
invece è capitato quando
l’amministrazione comunale
guidata dal sindaco
Giuseppe Cuomo andò a
«ratificare» il listino della
Tares e su cui si consumò
un’incredibile battaglia
anche in consiglio. L’attacco
ora è lanciato direttamente
dai ristoratori.
In 30 hanno detto «basta»
al salasso Tares, che così
come ha denunciato ieri
l’associazione presieduta
dall’avvocato Giuseppe
Di Casola, sfora in certi
casi soglie quasi astronomiche.
Un aumento, per la
tassa sulla raccolta dei rifiuti
urbani, che giunge al
300 per cento. «Una realtà
improponibile. E per tanti
motivi» dicono in coro i ristoratori
sorrentini pronti
anche a presentare ricorsi
di massa alla commissione
tributaria provinciale per
ottenere contromisure adeguate
alle proprie esigenze
in tempi di crisi, tagli e
vacche magre. Soprattutto
per il commercio.
La protesta, insomma, è
praticamente dietro l’angolo.
Come è emerso ieri,
i ristoratori non si capacitano
del fatto che, «nonostante
la città sia tra le più
virtuose della Campania,
invece di ricevere sconti,
visto i risultati della raccolta
differenziata,
si subiscono
aumenti di
anno in anno».
Ecco perché gli
imprenditori
della città del
Tasso si sono
dati appuntamento
per
oggi pomeriggio
in centro
per capirne di
più e stabilire
il da farsi. Sarà
un vertice fondamentale
in
cui decideranno
come reagire
alla nuova
Tares e quali
provvedimenti
adottare di concerto con
i propri legali. Sì, perché
potrebbero spuntare anche
ricorsi alla giustizia contabile.
La telenovela Tares continua.
Nonostante in questo
momento Sorrento prende
sempre più le sembianze
di una «città-fantasma»
perché, come è prassi consolidata,
quello di gennaio
e febbraio rappresenta il
classico periodo di bassa
stagione.
Ma numerose
attività, coordinate anche
da una specifica ordinanza emessa a dicembre dal sindaco
Giuseppe Cuomo, si
sono coordinate per restare
aperte e rendere la città
vivibile, anche se i clienti
sono certamente meno numerosi
rispetto agli altri
periodi dell’anno. Hanno
aderito all’iniziativa
dell’associazione numerosi
locali storici della città del
Tasso.
Sul caso, è laconico il commento
dell’avvocato Giuseppe
Di Casola, dal 2010
presidente dell’associazione
ristoratori sorrentini. «In
questo particolare momento
storico - dichiara il legale
- guidare un’attività non è
di certo una cosa semplice.
Il Paese sta attraversando
un gravissimo momento di
crisi economica che va a minare
la stabilità della classe
imprenditoriale italiana.
Lanciando uno sguardo a
Sorrento, proprio per quel
che riguarda i ristoratori,
bisogna innanzitutto dire
che alla tradizione di ospitare
al meglio ospiti italiani
e stranieri sappiamo abbinare
al meglio anche la capacità
di saper affrontare le
difficoltà. Ma adesso, con
questo salasso della Tares,
davvero si rischia grosso.
Gli aumenti in certi casi
raggiungono anche il 300%
e lo riteniamo a dir poco assurdo.
Non è possibile, non
si può andare avanti così.
Oltre alle tariffe, vanno rivisti
anche i concetti alla
base di quest’imposta».
Fra le tante strade che potrebbero
intraprendere insieme
i ristoratori sorrentini,
quella più probabile
sembra la presentazione di
un maxi-ricorso - da produrre
in tempi abbastanza
brevi - da notificare alla
commissione tributaria
provinciale.
«Vedremo, vedremo - commenta
il presidente dell’associazione
ristoratori di
Sorrento -. Adesso ci incontreremo
e studieremo
le mosse da attuare contro
le Tares». Nessun commento
sulla protesta da parte
dell’amministrazione.
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