Fonte: Ilenia De Rosa da Il Mattino
Vico Equense - Entro il 15 novembre l’ecomostro di Alimuri sarà abbattuto. Il comune di Vico Equense ha individuato la ditta che si occuperà della demolizione e tra poche settimane cominceranno le operazioni.
Sono 50 anni che lo scheletro di cemento, incastonato sugli scogli che separano il litorale metese dal territorio vicano, deturpa il paesaggio della costiera sorrentina. Un periodo di tempo lungo durante il quale sono stati fatti una serie di tentativi per arrivare all’obiettivo dell’abbattimento. Tutti andati a vuoto. La strada intrapresa nel mese di aprile dall’amministrazione di Vico Equense, invece, sta andando a buon fine. Tra polemiche, battaglie e ricorsi, si è giunti a una certezza: l’ecomostro sarà demolito e nessun albergo di pari volume verrà costruito altrove.
«In tutti questi anni è stata seguita una strada sbagliata – ha affermato Antonio Elefante, assessore all’urbanistica del comune di Vico Equense – poiché basata su un presupposto falso. Si è sempre cercato l’accordo con i proprietari, dando per scontata la legittimità dell’opera. Abbiamo, invece, scoperto che l’immobile non è conforme all’unico titolo paesaggistico rilasciato nel ’63. Pertanto l’immobile è del tutto illegittimo». Qualche settimana fa, infatti, il Comune, con un decreto a firma del responsabile del servizio Michele Amodio, ha annullato l’accordo stipulato nel 2007 tra la società Saan, proprietaria della struttura, la Provincia di Napoli, la Regione Campania, il Comune di Vico Equense, la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici e il Ministero per i beni e le attività culturali, secondo il quale alla demolizione avrebbe dovuto far seguito la costruzione di un edificio dello stesso volume, su un altro sito da individuare.
Ieri si è conclusa la gara di appalto per la demolizione dell’ecomostro. Su dieci offerte è stata scelta quella economicamente più vantaggiosa che ha incluso un progetto migliorativo rispetto a quello posto come base dall’ente comunale.
L’intera operazione prevede un costo di 230mila euro e avverrà in soli 50 giorni. Poco più di un mese e mezzo, dunque, per buttare giù lo scheletro di cemento con una tecnica che prevede l’utilizzo di micro-cariche. In tal modo si procederà in primo luogo con l’abbattimento della struttura, poi la messa in sicurezza del costone per consentire agli operatori di intervenire con la rimozione delle macerie e il ripristino dello stato dei luoghi. La società proprietaria, intanto, è sul piede di guerra e ha fatto richiesta di accesso agli atti.
Non mancano le polemiche a riguardo. «Faranno pagare a noi cittadini la demolizione di un abuso di mezzo secolo fa – afferma Franco Cuomo, coordinatore del circolo territoriale dei Vas - e pure ai nostri figli e nipoti. Poi chi ha commesso l'abuso si rivarrà contro il Comune e chiederà anche un risarcimento, e magari ci faranno pure il solario».
La tormentata storia dell’ecomostro di Alimuri è cominciata nel 1964, quando il Comune di Vico Equense rilasciò una licenza edilizia per costruire un complesso alberghiero di 23mila metri quadrati. Dal 1986, anno a cui risale l'ennesima sospensione dei lavori per consentire il consolidamento del costone roccioso, l’edificio è diventato un punto di ritrovo ad alto rischio, con pericolanti pilastri di cemento armato e una struttura fatiscente. Lo scheletro della conca di Alimuri, che figura anche nella lista degli ecomostri nazionali stilata da Legambiente, adesso ha i giorni contati.
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