Sorrento - «I sindaci dei Comuni di Sorrento, Meta, Massa Lubrense, Piano di Sorrento e Sant’Agnello si erano già impegnati al mantenimento dell’ufficio del Giudice di Pace. Ora, invece, fanno marcia indietro, preparandosi a produrre conseguenze nefaste non solo sulla classe forense, ma su tutti i cittadini. Situazione inaccettabile: le amministrazioni comunali ritrovino unità d’intenti e rivedano le rispettive posizioni». E’ il contenuto della delibera dell’assemblea dell’associazione «Avvocati della Penisola sorrentina», riunita stamani nella sala consiliare del palazzo municipale di Sorrento, per scongiurare il trasferimento a Torre Annunziata degli uffici del Giudice di pace.
Dopo il tribunale, la costiera sorrentina è destinata, in questo modo, a perdere anche l’ultimo presidio giudiziario sul territorio.
«Le amministrazioni comunali, in data 22 dicembre, hanno praticamente disatteso un verbale del 25 giugno scorso, attraverso il quale i rappresentanti dei Comuni di Sorrento, Meta, Massa, Piano e Sant’Agnello si erano impegnati al mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace. A tale riunione, assente un rappresentante del Comune di Piano, gli altri componenti constatavano che non vi erano più le condizioni per poter dare esecuzione agli impegni assunti in precedenza – si legge nella delibera dell’associazione «Avvocati della Penisola sorrentina» -.
Il Comune capofila di Sorrento ha quindi comunicato alla Corte di Appello di Napoli, come da istruzioni ricevute dal Ministero della Giustizia, l’impossibilità alla gestione dell’Ufficio del Giudice di Pace. Tale comunicazione, gravissima nei contenuti, ancor più nella sostanza, produrrà quale unico effetto quello di indurre il Ministero della Giustizia a decretare la soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace».
E ancora: «Si tratta di una decisione gravissima, evidentemente le amministrazioni non hanno valutato a sufficienza gli effetti negativi connessi alla loro deprecabile scelta, o, peggio, non scelta. Verrà infatti a mancare nell’intera costiera anche l’ultimo presidio di giustizia che pure la riforma avrebbe consentito salvare se solo le amministrazioni avessero manifestato maggiore diligenza e adottato i provvedimenti di loro competenza. Invece, hanno dimostrato, in tale occasione, incapacità gestionale e scarsa sensibilità al valore giustizia sul territorio».
E, infine, un appello: «Invitiamo – scrivono gli avvocati - le amministrazioni comunali a rivedere, con assoluta immediatezza, le decisioni assunte all’esito della riunione del 22 dicembre scorso, sollecitando il Comune Capofila a comunicare, con urgenza, alle Amministrazioni competenti (Corte di Appello di Napoli e Ministero della Giustizia) la volontà delle Amministrazioni locali di ritornare sulle proprie scelte e, pertanto, a non adottare alcun provvedimento in ordine al mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace in Penisola Sorrentina»
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