martedì 9 agosto 2016

Capri, città dei ricchi. Conca cresce del 9,3%. Pompei non decolla. Vico Equense ricomincia a marciare

Poche note positive ai piedi del Vesuvio, bene la Penisola Sorrentina. Ma i dati potrebbero essere falsati dal fenomeno dell'evasione 

Conca dei Marini è uno squarcio di bellezza lungo la Costiera Amalfitana. Ci vivono 724 abitanti e per il fisco da un anno all'altro tutti sono diventati più ricchi. Il reddito imponibile pro capite è cresciuto del 9,3% tra il 2013 e il 2014. Performance da record per la Campania (comunque lontanissimo dal +60% dell'incremento di ricchezza registrato a Portofino, il Comune più ricco dello Stivale) che porta il piccolo Comune al 3.270esimo posto della classifica nazionale. Ma resta Capri il Comune dei paperoni in Campania. Ed è un primato inarrivabile. Posto numero 427 in classifica, crescita del 3,5%, reddito che si attesta poco sotto i 22mila euro. Turismo, commercio, trasporti: la perla del Golfo di Napoli non conosce crisi, la faccia felice di una regione che invece arranca. Insieme a Caserta è l'unico Comune in grado di restare in scia dei numeri che il fisco registra al Nord del Paese. Insieme a Salerno, Avellino e Procida (20mila euro abbondanti di media) gli unici a resistere nella top 1000 dei Comuni più ricchi. Testa-coda: scorrendo la classifica dal basso Santomenna (assieme a Castelfranco e Castelpagano) è il Comune più povero della Campania, 460 abitanti nell'Alta Valle del Sele: 8.900 euro a testa ogni anno, ben al di sotto della media nazionale, anche peggio della soglia di povertà. Eppure un barlume di speranza c'è, visto che il reddito è cresciuto del 7,5%.
 
Solita storia nella zona rossa e lungo la costa vesuviana: disoccupazione, occasioni di rilancio mandate in fumo, amministrazioni non proprio lungimiranti. Qui il reddito resta maledettamente basso. Castellammare di Stabia, Ercolano, Torre del Greco e Torre Annunziata restano drammaticamente ancorate ai soliti numeri, che sono molto al di sotto dei 17mila euro annui. Castellammare, per esempio, è uno dei pochi Comuni che fa registrare crescita zero. E c'è Pompei, che addirittura arranca con un 15.600 euro di media pro capite, la dimostrazione che il flusso infinito di turisti in vista agli Scavi e al Santuario rappresentano un'economia mordi-e-fuggi che non consente alla città di potenzia la ricchezza pro capite. Discorso totalmente diverso per i Comuni della Penisola Sorrentina, che vivono una realtà ben più florida rispetto agli altri della provincia di Napoli. Sorrento cresce dell' l,6%. Meta del 2,3%, Sant’Agnello e Piano vivono di riflesso e godono dell'effetto traino. Vico Equense ricomincia a marciare. Bene le isole, oltre a Capri, anche Ischia e Procida sono realtà consolidate, male invece l'area Vesuviana ai piedi del vulcano con la sola eccezione di Trecase, che conferma i buoni livelli conseguiti negli anni precedenti e ripropone un reddito medio pro capite addirittura superiore ad Amalfi, che paradossalmente resta un po' la delusione delle perle del turismo campano compreso tra la Penisola e la Costiera. Qui spiccano i numeri di Positano, che dopo il capoluogo resta la città salernitana più ricca, davanti a Conca dei Marini, Vallo della Lucania e Pellezzano. In generale, però, la Campania resta una regione depressa, tra le più povere del Paese, tra quelle più colpite dalla forbice ricchezza-povertà, che s'allarga anno dopo anno. Tuttavia, c'è chi analizza i dati dell'agenzia delle entra te con le molle, e considera peso che può avere l'evasi ne fiscale in una classifica che di fatto si basa sul dichiarazioni dei redditi. E' ovvio che la Campania resta una delle regioni più a rischio, e quindi i dati potrebbero essere falsati dai furbetti che nascondono guadagni e redditi. Non a caso, così come evince dai rapporti anti-evasione la Campania è inserita nelle aree più colpite assieme alla Calabria e la Sicilia. (Fonte: lu.vi da Metropolis)

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