di Domenico Palumbo
Massa Lubrense - Si sono concluse con uno straordinario successo di pubblico le due giornate di approfondimento culturale volute dall’Archeoclub di Massa Lubrense e patrocinate dall'Amministrazione Comunale: il 18 e 19 agosto, nel suggestivo cortile del Palazzo Vespoli, si è parlato di Massa Lubrense e dei primi 40 anni dell’Archeoclub.
Il prof. Enzo Puglia, presidente del Centro Studi Bartolommeo Capasso ha offerto un’analisi puntuale e critica del noto vaso calcidese - databile al VI sec. a.C., ritrovato in località Vadabillo e ora custodito nel Museo Georges Vallet di Piano di Sorrento - il quale ha un gemello custodito a sua volta nel British Museum di Londra: come a dire che non stiamo parlando di oggettini di poco conto.
Ma attenzione a farne la prova per dire altro: il tempio delle Sirene esisteva – almeno secondo certe fonti – ma non si sa dove, e comunque – meglio ricordarlo, visto alcuni freschi e autorevoli strafalcioni – la Sirena non ha niente a che vedere con qualcosa di positivo, bensì il contrario, come sa lo scultore che realizza la lastra di marmo di Atrani e come sa benissimo, prima di lui, l’astuto Ulisse.
Anche se oggi gli scogli sono solo scogli, Norman Douglas, a cavallo tra ‘800 e ‘900, percorrendo le sue strade, incuriosendosi della sua gente, fa della Terra delle Sirene – e di Massa Lubrense in particolare - il mondo da cartolina che tutti conosciamo, per certi versi mitico, un territorio dai panorami mozzafiato e dal passato che non è mai del tutto passato.
Vincenzo Astarita, curatore di un preziosissimo scritto- mai pubblicato in Italia - di Douglas, Guide Miopi, edito oggi da Con-fine Edizioni di Andrea Fienga, ci tiene a sottolinearlo: «Douglas è uno di noi».
Il prof. Elio Agrilli rincara la dose, inquadrando storicamente personaggi e tempo: parliamo della Repubblica Partenopea del 1799, ma non stiamo parlando di avvenimenti remoti, stiamo parlando di cose successe nel Golfo di fronte a noi qualche ‘giorno’ fa. Un malizioso potrebbe lasciarsi scappare una battuta: “forse perché nulla è cambiato?” «Perché la storia è sempre storia contemporanea» risponde il Vice Presidente dell’Archeoclub, Domenico Palumbo «come ci insegna Benedetto Croce, ed è con questo spirito che vogliamo continuare a parlare dei beni di Massa Lubrense».
«I ringraziamenti sono d’obbligo» esordisce il Presidente, Stefano Ruocco «a tutti gli amici che hanno reso possibile queste due giornate di studio. Ma permettetemi un ringraziamento speciale che li assommi tutti, alla persona di don Peppino, che ci ha onorato della sua presenza regalandoci come di consueto uno straordinario momento di emozione e di sprono: l’Archeoclub lo dobbiamo a lui, ora sta a noi traghettarlo per i prossimi 40 anni».
Tanti i ‘villeggianti’ che hanno ascoltato i conferenzieri, a riprova che un calendario culturale estivo a Massa è quanto mai necessario; unica pecca forse il tempo, due ore sono troppe. Ma non per tutti. Non per noi. Per ulteriori approfondimenti e per visualizzare le foto dei due eventi è possibile visitare la pagina facebook dell'Archeoclub Lubrense.
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