di Filomena Baratto
Vico Equense - A Ferragosto, da San Salvatore, frazione di Vico Equense, a Castellammare ho impiegato esattamente due ore e un quarto. Mezz’ora solo per il tratto Hotel Oriente salita della galleria, dal cui punto più alto ho anche scattato questa foto. Non mi sono arrabbiata, né esasperata, ho ammirato il panorama, sempre lo stesso ma sempre con occhi diversi, mi sono guardata intorno, ho telefonato, ho scritto. Non avevo alternative. Col tempo impiegato sarei arrivata a Roma! La galleria l’ho evitata di proposito, visto il traffico, non avrei sopportato di trascorrere tutto il tempo lì dentro sentendomi soffocare. Ma le due ore e un quarto diventano emblematiche quando mi chiedo a cosa serva il tunnel se ancora non abbiamo risolto il problema traffico. Come me tante altre persone la evitano. Chi percorre questa strada tutti i giorni, ne conosce difficoltà, tempi e disagi. All’uscita dalla galleria, in direzione Napoli, a Pozzano, l’ingorgo è per i due flussi di auto sulla stessa corsia, per gli ambulanti sulla strada, per il bar subito dopo e il distributore di benzina che invitano a fermarsi creando disagi per chi transita lungo la strada. In direzione Sorrento il traffico comincia nella galleria e se tu devi girare per Vico, nell’ultimo tratto, stai lì almeno mezz’ora prima di poter fare solo quattro metri e girare a destra. Eppure il tempo di percorrenza è di soli 12 minuti a 60 all’ora e sarebbe un ottimo valore se la maggior parte delle volte non fosse bloccata dal traffico. E chissà con quale criterio, spesso, viene scritto sul display, prima dell’imbocco del tunnel, che c’è traffico in galleria se, invece, percorrendola, il traffico è scorrevole. In estate questo problema aumenta con grande disagio di chi in galleria resta bloccato: spesso le auto si spengono, a volte non ripartono subito, c’è chi soffre di claustrofobia, per non parlare dell’aria irrespirabile.
E allora ti chiedi a che cosa siano serviti tanti milioni di euro se l’unico risultato è di non aver risolto il problema. Possibile che chi progetta non si renda conto di quello che vedono tutti? Le soluzioni ai problemi sono difficili da trovare, a volte non per incapacità, ma per aver capito che per ogni problema irrisolto si possono sviluppare altre possibilità di soluzione, giustificando nuovi progetti, perpetuando all’infinito richieste di ogni genere. Per questo mantenere i problemi con soluzioni aperte, sempre in uno stato di emergenza, richiede più bravura della ricerca di soluzione. Non mi meraviglierei se, per ovviare al problema attuale, si progettasse una nuova galleria, così come se n’è costruita una prima di questa. Sembra un paradosso, ma è la realtà. Il pericolo è quello di credere la penisola un possibile circuito per gallerie. Quella esistente sarebbe l’inizio, avremmo così un futuro assicurato da lavori visto i tempi per portarli a compimento che vanno di trent’anni in trent’anni. E così, mentre si ha l’impressione di portare civiltà e progresso, distruggiamo il paesaggio e quello che di più caratteristico ha il luogo. Prima, quando non c’era la galleria, si aveva anche la pazienza di aspettare nel traffico, oggi questa virtù non è più nostra, con l’esistenza del tunnel esigiamo tempi brevi di percorrenza e non sopportiamo l’inconcludenza cui siamo giunti. Quali vantaggi ne abbiamo tratto? Possiamo solo confutare. Il primo punto è che è troppo lunga e i disagi apportati sono in primo luogo del comune di Vico, che finisce con uno sbocco a imbuto su cui si versa il traffico locale. Per i residenti è ancora più insopportabile spostarsi a queste condizioni in casa propria. Se in galleria, senza il passaggio dei Tir c’è l’ingorgo, immaginiamo se passassero: aria irrespirabile, temperature alte, difficili i soccorsi. Una galleria lunga un trentennio e più, con case al di sopra e nei paraggi che non si sa se reggeranno ai contraccolpi degli scoppi di mine a cui sono state sottoposte nel tempo per aprire il varco, sopra le quali esce un fumo come se ci fosse una grande industria, tra le peggiori per inquinamento. Prima il traffico aveva motivo di esistere, ora, col tunnel, il traffico sembra una beffa e ad esso si sono aggiunti altri problemi.
“Cosa fatta capo ha”, dice il proverbio e nella condizione in cui ci troviamo, quali potrebbero essere le soluzioni?
Innanzitutto i Tir, massacro per la galleria e per la città, andrebbero fatti passare solo in galleria per alcune ore al giorno, diciamo di notte, dalle ore 24 alle 6 del mattino, orario in cui è meno affollata. Fornirla di un semaforo, all’ingresso e all’uscita, in modo da permettere solo i tempi di percorrenza, tenendo il traffico fuori. Al San Gottardo, in Svizzera, si fa coda anche di 12 ore, davanti al tunnel, con traffico ordinato, silenzioso e nella consapevolezza di non avere alternative. Solo qui siamo impazienti. La sicurezza viene prima della riduzione dei tempi di percorrenza della penisola. Un paese turistico ha l’obbligo di trovare le soluzioni giuste: non quelle di dare precedenza al turista, ma rendere la vita sopportabile prima a chi vi abita. Quando le soluzioni di un problema sono valide, lo sono per tutti, non per qualcuno a discapito di altri. Non ci sono alternative all’unica strada che passa per la costa. Le uniche sono la via del mare e la via delle rotaie, gli elicotteri li lasciamo ai vip. Via mare con aliscafi e imbarcazioni di vario tipo, a seconda delle esigenze, rafforzando anche i piccoli porticcioli a mo’ di stazioni. Una comunicazione via mare tra l’altro già esistente ma non efficiente per tutto l’anno. Orari ancora incompleti, corse che a volte saltano, tariffe non sempre adatte a tutti. Sembra più un trasporto d’elite che di massa. Il Golfo oltre ad essere sfoggio di panfili e yacht e scempio in tutti i sensi, potrebbe essere una strada d’acqua come già lo diventa d’estate. Potrebbe essere questo un valido investimento: trasporto via mare con stazioni portuali veloci e pronto uso. Così come dovrebbe già essere per il treno, ultimamente diventato croce nera della penisola, per mancanza di sicurezza, con orari ancora non adatti alle esigenze di tutti. Viaggiare in un treno comodo e sicuro sarebbe la soluzione ottimale per chi giunge da Napoli e per chi deve fare piccoli tratti. Per abbandonare l’auto deve migliorare il trasporto pubblico, con incremento di corse e fasce orarie per tutte le esigenze e costi accessibili a tutti. E perché no, incrementare un servizio taxi per tutta la zona, che possa accedere in ogni meandro, come ne è fornita Capri o Ischia, che hanno le stesse caratteristiche turistiche e geomorfologiche della penisola. In costiera l’auto dovrebbe essere l’ultima chance anche per chi arriva da fuori, così come accade in ogni luogo turistico di questo mondo.
2 commenti:
Riaprire la vecchia galleria Scraio e fare due sensi di marcia per sorrento entrata Scraio, per Napoli entrata Seiano, con i mezzi pesanti che rifanno il percorso che facevano prima:chi dice che non si può praticare questa strada è in combutta con l'ANAS contro la città di Vico Equense per aver prodotto un disastro ambientale ed urbanistico senza precedenti con costi esorbitanti e lievitati:poi vanno bene anche le soluzioni altenative, ma solo se di corredo a questa.
franco Cuomo VAS
Da S. Salvatore, se fosse stata conservata la vecchia mulattiera, potevi raggiungere Castellammare in poco più di 30 minuti, come facevamo quando andavamo a piedi a scuola o a lavorare a Castellammare. La strada a mezza costa i politici vicani e dei comuni della penisola non l'hanno mai voluta e ciò unicamente per evitare il facile accesso in penisola....... non ne ho mai compreso il vero motivo.
G. Guida
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