Fonte: Ciro Formisano e Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - Tra quei sedili neri piegati all'indietro verso il passato, c'è la storia di un ragazzo come tanti. Giancarlo si chiamava. Una cascata di capelli caduta su due occhiali spessi. Nel cuore un sogno e una valanga di passioni. La più grande: il giornalismo. Quel mestiere maledetto che, se fatto bene, ti fa molti nemici veri e pochi amici sinceri. Su quei sedili Giancarlo ha vissuto una parte della sua vita. Quella che non sta scritta nei suoi articoli o sui libri di storia che ricordano i morti innocenti uccisi dalla camorra. E' stata la sua culla d'amore. E' stata il suo stadio, quando la radiolina incastonata nel cruscotto tirava fuori una canzone di Vasco Rossi. E' stata il suo letto, la sua casa . E' stata la sua bara, Sotto a quelle ruote consumate c'è il tempo volato via. Bruciato sull'asfalto rovente che dalla sua casa al Vomero scivola verso Torre Annunziata, La sua città. Quella che ha raccontato nei suoi articoli per anni. Poi via a Castellammare, in quella piccola redazione di provincia dove le idee diventavano notizie, e dove internet non aveva ancora inquinato il mondo della comunicazione con insulti, trappole e notizie false. Era un "abusivo" Giancarlo, e sognava un giorno di entrare nella redazione del Mattino che oggi non c'è più, a via Chiatamone. La sera, poi, a Vico Equense. Per abbracciare la sua fidanzata, tra la brezza della costiera e il bacio di un tramonto. Una strada ripercorsa oggi. Oggi, 19 settembre, il giorno in cui Giancarlo Siani avrebbe compiuto 59 anni . Un regalo per il compleanno di quel ragazzo normale ucciso per un articolo da una banda di criminali legati alla camorra. Una vita raccontata da quella Mehari verde militare che torna a correre su quell'asfalto rovente. Vico Equense, la città dell'amore per Giancarlo, riabbraccerà oggi il suo ricordo con tre giorni di cerimonie, dibattiti e confronti.
E' una carrellata di appuntamenti che si concluderà venerdì quando, alla presenza del presidente della Camera dei deputati Roberto Fico , nascerà ufficialmente la piazza dedicata al giornalista. Si tratta dello spazio antistante il municipio dove, negli anni Ottanta, spesso Siani parcheggiava la sua Mehari verde. Lo faceva quando veniva a Vico Equense per incontrare la fidanzata di allora, la compianta Daniela Rossignaud. La "festa di memoria" per il ritorno di Siani a Vico Equense, proprio come l'hanno definita gli organizzatori, inizierà oggi. Alle nove, nella ricorrenza del compleanno del cronista, presso la chiesa dei Santi Ciro e Giovanni, ci sarà la messa dedicata a Siani e a tutte le vittime innocenti della criminalità, Durante la celebrazione, la Mehari sosterà sul sagrato. Alle dicci, invece, gli studenti accompagneranno l'auto di Siani per le vie del centro fino a raggiungere il piazzale del Comune. La manifestazione andrà avanti con la fanfara del decimo reggimento dei carabinieri della Campania, In serata, alle 19, presso il museo Asturi, ci sarà la presentazione di "Un ragazzo normale", il libro di Lorenzo Marone scritto «con Giancarlo», come evidenzia sempre l'autore. Domani invece, alle 18,30, al complesso Trinità e Paradiso, nell'ambito della prima edizione del premio "Giancarlo Siani, uno di noi" a cura dell'associazione "Amici di Media Duemila onlus", si terrà un momento di dibattito sul giornalismo nei luoghi della criminalità organizzata. Parteciperà l'allora comandante della compagnia dei carabinieri di Torre Annunziata Gabriele Sensales e Paolo Borrometi, giovane cronista siciliano minacciato di morte dalla mafia. Condurrà i lavori Antonio Irlando, che condivideva quotidianamente con Siani il lavoro giornalistico in provincia. Alle 20,30, al chiostro, verrà proiettato il film "Fortapàsc". Mentre venerdì alle 10,30 avverrà l'intitolazione a Siani del piazzale del municipio con lo scoprimento della stele realizzata dalla Fondazione Polis su iniziativa della sede locale dell'associazione nazionale carabinieri. Tra cuori e ricordi ci sarà lei, quella Mehari verde militare che porta in giro per il mondo la storia di un "giornalista giornalista". Una storia finita addirittura al centro di un libro, "Na K14314 Le strade della Mehari di Giancarlo Siani", firmato da Paolo Miggiano. I familiari di Giancarlo, distrutti dal dolore, avevano deciso di abbandonarla. dopo il sequestro disposto all'indomani dell'omicidio. Troppi i ricordi nascosti sotto quei fili arrotolati aì piedi dello sterzo. Troppe le lacrime versate su quel cambio duro come il marmo che solo lui sapeva usare. La comprò all'asta un uomo in Sicilia, Non sapeva nemmeno a chi appartenesse. Gli piaceva e basta. La Mehari di Giancarlo è stata coperta dall'ombra delle piante di limone in un agriturismo. Per anni ha percorso altre strade. Lontano dalle vie del passato. Quasi come se il destino avesse voluto alleviare il dolore della perdita anche a quell'oggetto senza anima che porta, in giro una storia immortale. Per ritrovarla, Marco Risi, il regista del film sulla vita di Giancarlo, ha dovuto fare i salti mortali. Scavare in vecchi archivi per mettere le mani sul nome dell'acquirente. Quando è arrivato a prenderla, nel cruscotto c'erano ancora i documenti di quel ragazzo con gli occhiali spessi. Su quei sedili scuri piegati all'indietro c'erano ancora i ricordi e le parole di una vita, I ricordi di un ragazzo normale che sognava di diventare un giornalista. Di infilare il suo nome in cima. alla prima pagina del "Mattino". Oggi quell'auto strana che sembra una macchina del tempo o tornata, indietro di 34 anni. Ha ripercorso le strade della memoria. Le vie dell'amore e dei ricordi. Ha mostrato la sua anima a quella terra bella e maledetta. Tra. quei sedili neri piegati all'indietro Giancarlo non c'è più. Ma la sua anima sì. E lì. Quella camorristi non potranno ammazzarla mai.
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