Il grande artista ed il futurismo in un libro scritto da Salvatore Guida
Vico Equense - E’ giusto definire Asturi il pittore che ha dedicato una vita per la ‘’luce’’, gli anni giovanili passati a scrutarne i dettagli, i riflessi che poi trasmetteva sulle sue tele come è stato scritto sul catalogo commemorativo per l’apertura del MAAAM, Museo Aperto Antonio Asturi nel maggio 2016. Molti critici e storici dell’arte hanno sorvolato su una tematica della pittura di Asturi ossia l’influenza che subì durante il secondo periodo del futurismo dai padri fondatori. Asturi conobbe e ritrasse i suoi più autorevoli esponenti; F.T. Marinetti, Carlo Carrà, Giovanni Papini, Fortunato Depero, Massimo Campigli, Emilio Notte. All’età di 18 anni il nostro artista visse a Trieste da militare, qui incontrò una pittura così diversa dalla sua, da esserne rapito. Trieste negli anni ’20 come Parigi e Milano diventa una capitale del futurismo e Asturi iniziò ad ammirare la pittura dei vari Marchigh, Carmelich, Spazzapan da restarne affascinato. Nelle sue prime opere futuriste del pittore vicano si ritrovano molte tecniche e stili dei futuristi trentini conosciuti durante gli anni vissuti in terra giuliana. Asturi dal 1925 visse prevalentemente a Roma ospite di Ernesto Guerrieri suo scopritore e mecenate che intuito il talento e la bravura del pittore lo introdusse nei più autorevoli circoli culturali della capitale.
Già nel 1928 sul giornale “profamilia” si scriveva delle tendenze futuriste di Asturi (come ci riporta il nipote Salvatore) pur mantenendo la propria vocazione impressionista. Sono degli anni ’30 alcuni disegni e 2 autoritratti che salvatore ha inserito nel suo studio di chiara matrice futurista. si arriva nel 1935 agli incontri con i fondatori del movimento ossia il ritratto che Asturi eseguì a Marinetti al circolo adriatico di Roma . Qui fu chiesto ad Asturi di aderire al movimento, ma il pittore vicano non rispose anzi iniziò ad interessarsi alle tematiche futuriste in tutti i suoi aspetti, conobbe altri pittori con cui si confrontava come Carlo Carrà, Emilio Notte, Fortunato Depero.
Sempre nel 1935 ritrasse un altro padre nobile del movimento ossia Giovanni Papini l’autore della storia di cristo che commentò: “il ritratto che mi ha fatto Asturi mi piace molto, sono io grazie”. Nel 1939 ritrasse Campigli, altro artista futurista, nel 1941 alla sindacale di Trento incontrò Depero, Guido Polo, Guido Pancheri, Tullia Socin tutti artisti con cui iniziò anche una forte amicizia. Depero regalò ad Asturi un disegno, Guido Polo un acquerello per testimoniare la loro affinità artistica. Da questa ricerca Salvatore Guida ha osservato che suo nonno non aderì al movimento futurista perchè egli era un spirito libero, indipendente che non si lasciava condizionare dalle mode del tempo: il nonno pur assorbendo stimoli e impulsi seppe mantenere la propria autonomia, fu amico dei futuristi ma non fu mai un futurista. L’esperienza futurista degli anni ’30 è proseguita negli anni, come testimoniano diverse opere del pittore vicano negli anni 60-70 e i tanti studi, bozzetti, sperimentazioni che Asturi sviluppava di sera dopo aver trascorso la mattinata al cavalletto o a studiare. Concludiamo questo breve racconto su una tematica della pittura di Asturi ai tanti sconosciuta. Il nipote Salvatore Guida ha ultimato il suo percorso di ricerca e studio che a breve pubblicherà e sicuramente andrà ad arricchire il patrimonio del museo aperto Antonio Asturi gestito dall' Amministrazione di Vico Equense che siamo certi vorrà sostenere. (da Agorà)
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