Vico Equense - Le ferite restano e non si rimarginano. Sono trascorsi quattro anni dal pauroso incendio che devastò il monte Faito, annientando una delle zone più belle del Parco regionale dei monti Lattari. I segni sono lì, ancora evidenti. L’allarme è stato lanciato oggi, dalle pagine del quotidiano Il Mattino dagli ambientalisti e dalle associazioni della montagna che conoscono quei sentieri percorsi decine di volte, rifugio per amanti del trekking e meta preferita di escursionisti e turisti. «La situazione è critica - racconta Dario Russo della Pro Faito alla giornalista Fiorangela d’Amora - in ingresso al sentiero che porta ai Monti Lattari molti faggi sono caduti per il vecchio incendio, in alcuni tratti è difficile passare. Tutto è abbandonato». Quello che prima c'era ora non è ricresciuto, si sta sviluppando un sottobosco che sta snaturando la faggeta: rovi, felei, piante che non appartengono al bosco. Sorveglianza zero, norme di sicurezza sempre più carenti nonostante il ricordo ancora vivo di quel che successe nel 2017. Eppure come tutte le estati il Faito è tornato ad essere meta preferita per il turismo all'aperto. Ad oggi, però, continua Dario Russo nessun passo in avanti per il recupero della montagna e ancor di più per l'illuminazione che ancora non c'è è stato fatto. E’ fiducioso, invece, il presidente del Parco Tristano Dello Joio, che ha rilevato una novità. Faito non è solo una meta naturalistica ma anche culturale grazie alle compagnie che hanno scelto i boschi per spettacoli all'aperto, itineranti e fiabeschi per grandi e bambini. “Grazie al supporto della Funivia e alla navetta che l'Ente Parco – spiega Dello Joio - ha istituito per accompagnare i turisti nei diversi punti attrattivi della montagna.” Da quest’anno, poi, la montagna è anche «superAbile». Grazie alla collaborazione e alla sinergia di alcune associazioni del territorio per dare ai diversamente abili l’opportunità di godere dei sentieri in piena sicurezza
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