martedì 12 aprile 2022

Vico Equense. Banco di Santa Croce, Ricominciamo da Vico “Il Comune applichi il regolamento e nomini un responsabile dell'area”

Vico Equense - Il Banco di Santa Croce, ottava meraviglia del mondo marino per la straordinaria biodiversità, invoca da anni più protezione. I sub inesperti minacciano le pareti della foresta incantata di gorgonie gialle e rosse di spugne a candelabro e di margherite e c’è assoluto bisogno di contingentare le escursioni. Per limitare i danni. Il Comune di Vico Equense, che ha giurisdizione sul Banco, ha approntato un regolamento ad hoc su cui si è espresso favorevolmente anche il TAR. “La presenza sul territorio comunale di pochi diving ha, malauguratamente, dirottato le entrate finanziarie, per non parlare dell’indotto che si genererebbe, ad esclusivo appannaggio di imprenditori residenti nei comuni limitrofi che, di fatto, operano in condizioni di monopolio, tanto da spingerli a considerare questo patrimonio pubblico come una proprietà privata con addirittura l’istallazione di gavitelli scarsamente ecosostenibili”. A dirlo è il laboratorio politico “Ricominciamo da Vico”. Il Banco di Santa Croce è segnalato da una boa a circa 700 metri dalla costa a poca distanza dal Bikini, e da quasi trent’anni è «zona di tutela biologica», ma per basse rivalità politiche non fa parte dell’area protetta di Punta Campanella pur essendo immerso nella riserva marina. “L’applicazione del regolamento – continua “Ricominciamo da Vico” – consentirebbe al Comune di Vico Equense di gestire direttamente questo sito come una piccola area marina protetta, con tutti i vantaggi del caso, e di ottenere l’adeguata tutela ambientale, durante lo svolgimento delle immersioni autorizzate, attraverso l’orientamento/attivazione del sistema di videosorveglianza, già installato presso la Marina di Vico e utilizzato dalla Polizia Municipale per il controllo delle spiagge”.


 

Le meraviglie di Santa Croce sono spesso documentate dai fotografi e dai cineoperatori subacquei. Le immagini raccontano le meraviglie di questo piccolo arcipelago sommerso: sette scogli calcarei disposti in circolo che formano una secca disposta ad anfiteatro. All’interno della quale prosperano, nutrite a sazietà dal plancton che è abbondantissimo, le piantagioni di gorgonie sulle quali vengono posate le uova di gattuccio. Un patrimonio da rispettare e da proteggere, insomma, ma si capirà in tempo? “Ad oggi, - aggiunge Ricominciamo da Vico - “la colpevole” e ingiustificata non applicazione del regolamento fa si che gravino sulle casse comunali unicamente gli oneri derivanti dalla concessione e dalla manutenzione della boa di segnalazione”. Altro punto segnalato dal laboratorio politico è il rispetto dell’ordinanza della Capitaneria di Porto, la numero 7 del 22/03/2006, che disciplina l’attività subacquea attraverso l’individuazione di criteri imprescindibili come il punto d’immersione, il numero di subacquei, il rapporto numerico tra guida esperta e subacqueo, etc. “Ricominciamo da Vico” ritiene che la costruzione di un serio e adeguato progetto per la tutela e la valorizzazione del Banco di Santa Croce, attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni, della Guardia Costiera, delle associazioni ambientaliste, di categoria e degli operatori turistici possa rappresentare un reale volano per la nostra città e per l’intera economia locale, con un’offerta turistica qualificata e dedicata, così come accade nella vicina Castellammare di Stabia dove si è intrapreso, già da anni, questo ciclo virtuoso, con una lungimiranza e capacità, forse, “a danno”, per certi aspetti, della nostra comunità.

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