Vico Equense - Ieri sera al Moon Valley a Seiano si è tenuto il galà del formaggio stagionato più rappresentativo della regione Campania. Dieci caseifici iscritti al Consorzio di Tutela e 21 formaggi presentati al concorso, per le tre tipologie di stagionatura. Il caseificio Carbone di Vico Equense si classifica al primo posto nella categoria 6-8 mesi. Per quella 8-12 mesi ad aggiudicarsi la vittoria è il Caseificio Perrusio di Meta. Per la categoria superiore ai 12 mesi di stagionatura, trionfa il Caseificio Ruocco di Agerola. Il verdetto è stato emesso dagli assaggiatori dell’Onaf, ai quali spetta il compito di scegliere il migliore Provolone del monaco dop dell’anno. Gli studenti del corso di Laurea Magistrale STPA del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali della Federico II, hanno partecipato come "osservatori" al concorso, dove i maestri assaggiatori Onaf della Campania, guidati da Maria Sarnataro e Beppe Casolo, hanno scelto, dopo lunga selezione, l’oscar 2022 del famoso formaggio. Quest'anno, per il premio "Andrea Buonocore", vista la crisi rincari che ha colpito il settore zootecnico, il Consorzio di Tutela ha deciso di premiare tutti gli allevatori, con un buono acquisto mangimi no ogm del valore di 300 euro. La manifestazione si è conclusa con la cena elaborata dagli allievi dell’Istituto Alberghiero “Francesco De Gennaro” di Vico Equense, diretto da Salvador Tufano. A fare gli onori di casa il presidente del Consorzio Giosuè De Simone che ha relazionato sugli ultimi traguardi centrati da un prodotto sempre più ricercato da consumatori, pizzaioli e chef del calibro di Peppe Guida dell’Antica Osteria Nonna Rosa e Gennaro Esposito della Torre del Saracino. Il Provolone del Monaco è un prodotto a marchio dop dal sapore unico e dalla storia ricca di fascino. Si narra infatti che i maestri casari, approdando all’alba al porto di Napoli dalla Penisola Sorrentina, per proteggersi dal freddo e dall’umidità si coprissero con mantelli in tela di sacco e che si fossero così guadagnati l’appellativo di ‘monaci’, attribuito loro dai lavoratori del mercato che li vedevano arrivare. Da qui, a sua volta, la denominazione di ‘Provolone del monaco’ per il formaggio che i casari trasportavano.
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