IL CASO
di Massimiliano D'Esposito - Il Mattino
Penisola sorrentina - Nuovo incidente nel mare della penisola sorrentina. È caccia al pirata che ha colpito un'imbarcazione senza preoccuparsi di soccorrere gli occupanti caduti in acqua. L'impatto tra le due unità si è verificato nel tardo pomeriggio di venerdì, quando un piccolo cabinato di poco più di sette metri battezzato Santa Fortunata, con tre giovani a bordo, è stato centrato nella parte della cabina di comando da un natante di grandi dimensioni mentre entrambi erano in navigazione nella zona di Punta Baccoli, a poca distanza da Punta Campanella, nelle acque di Massa Lubrense.
In seguito alla violenta collisione gli occupanti del cabinato sono stati scaraventati in mare. I primi a prestare loro soccorso sono stati alcuni diportisti che incrociavano nello specchio di mare dove è avvenuto l'impatto. Gli stessi che hanno lanciato l'allarme attraverso i numeri di emergenza. Sul posto è intervenuto il personale della motovedetta Cp 858 dell'ufficio circondariale marittimo di Capri coordinato dal comandante Francesco Potenzieri.
I militari della Guardia Costiera, verificato che il cabinato era in grado di rimanere a galla, hanno allertato i responsabili della Cooperativa Marina della Lobra di Massa Lubrense guidata dal presidente Giovanni Siniscalchi. Alcuni operatori hanno, quindi, raggiunto la zona dell'incidente e provveduto a rimorchiare con un gommone l'imbarcazione danneggiata fino al porto. Verificate anche le condizioni dei tre giovani, tutti diportisti di Massa Lubrense: erano illesi, ma sotto choc.
LE INDAGINI
Subito è partita la caccia all'imbarcazione pirata che ha colpito il natante dei tre giovani per poi allontanarsi senza prestare soccorso. Ricerche che al momento non hanno dato risultati. L'inchiesta su quanto accaduto a cavallo tra i golfi di Napoli e Salerno è affidata alla Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia guidata dal nuovo comandante, il capitano di fregata Andrea Pellegrino, subentrato appena tre giorni fa alla pari grado Rosamarina Sardella.
Da una prima ricostruzione dei fatti da parte degli uomini della Guardia Costiera, emerge che l'unità sulla quale si trovavano le tre persone soccorse risulterebbe essere stata speronata da una seconda imbarcazione, la quale si è allontanata dal luogo dell'incidente senza aiutare i naufraghi finiti in acqua. I militari sono attualmente impegnati negli accertamenti per la ricostruzione della dinamica e l'attribuzione delle conseguenti responsabilità.
IL PRECEDENTE
Un episodio che richiama alla mente quanto accaduto poco meno di un anno fa nelle acque di Furore, in costiera amalfitana che costò la vita a una turista statunitense, la 45enne Adrienne Vaughan. La donna era con il marito e i suoi due figli a bordo di un gozzo con al timone uno skipper di Massa Lubrense. La famiglia di americani in vacanza in penisola sorrentina voleva fare un tour lungo la costa. Durante la navigazione la collisione con un veliero sul quale era in corso un party. Impatto che si rivelò fatale per la 45enne. Incidente che scosse profondamente l'opinione pubblica ed anche le istituzioni. Da più parti si levarono appelli ad una navigazione responsabile da parte di diportisti e charter. Anche i vertici dell'Area marina protetta di Punta Campanella, nelle cui acque ricade anche il punto della collisione di venerdì scorso, da tempo sono impegnati in una serie di attività per sensibilizzare chi si mette al timone al rispetto del codice della navigazione sia per quanto riguarda la distanza dalla costa che in merito alla velocità da tenere.
I CONTROLLI
A questo riguardo il presidente del Parco, Lucio Cacace, nei giorni scorsi ha annunciato attraverso Il Mattino la stipula di «accordi con alcuni Comuni del consorzio per il "prestito" di agenti della polizia municipale ed avere così, in sintonia con la Capitaneria di porto, anche potere sanzionatorio nei confronti di chi infrange il regolamento».
Per il monitoraggio del mare si punta anche sulle nuove tecnologie come telecamere e, soprattutto, l'Ais (Automatic Identification System), sistema di geolocalizzazione che i charter dovrebbero installare a bordo per consentire di rilevare velocità e posizione. Ma su questo punto sono già stati presentati i ricorsi al Tar da parte di 55 operatori.
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