Vico Equense - Quello ormai alle porte si annuncia come un Natale amaro per gli inquilini delle cooperative edilizie di via Le Pietre, a Vico Equense. Nei giorni scorsi, infatti, sono arrivati gli ultimi solleciti di pagamento volti a recuperare la cifra anticipata dal Comune per l'esproprio del suolo dove sono stati costruiti gli alloggi. Ciò significa che le 27 famiglie assegnatarie devono sborsare in totale 4 milioni e 200mila euro, pari a quasi un terzo del valore totale degli immobili. Una vicenda che si trascina da quasi mezzo secolo e che ora volge all'epilogo. Un finale che non è quello sperato da coloro che avevano aderito al progetto originario. 150mila euro addebitati ad ogni famiglia per errori commessi da altri. Maurizio Cinque a nome di tutta la minoranza, nel consiglio comunale di lunedì scorso, ha espresso solidarietà e vicinanza alle famiglie coinvolte. “E’ chiaro che dopo quasi mezzo secolo – si legge in una nota del circolo PD di Vico Equense- in cui si sono sovrapposti errori, approssimazioni, forzature, atteggiamenti reticenti, mancanza di volontà, valutazioni errate, ritardi nell’adottare provvedimenti amministrativi sananti ed omissioni, non ha senso trovare colpevoli o addossare responsabilità ma solo tentare di trovare una qualche soluzione.
Il peso finanziario abnorme che si è abbattuto su quelle famiglie è un qualcosa di profondamente ingiusto e non bisogna rassegnarsi all’impotenza ed alla rassegnazione” concludono i democratici. Tutto ha avuto inizio nel lontano 1976 allorché l'amministrazione dell'epoca, nell'ambito del Piano di edilizia economica popolare (Peep), autorizzò la costruzione delle case. Nacquero, così, le cooperative denominate L'Ulivo e Domus Aequana con l'obiettivo di realizzare gli appartamenti in regime di edilizia convenzionata. Il proprietario del terreno, tuttavia, impugnò gli atti. Le associazioni, il Comune e la Regione Campania andarono avanti comunque, arrivando all'edificazione delle abitazioni ed all'assegnazione delle stesse agli aventi diritto. Nel 1988 arrivò la sentenza del Tar, confermata l'anno successivo dal Consiglio di Stato, con la quale si dichiarava illegittima tutta la procedura. Decisione che si traduceva nell'annullamento dell'intero iter. A quel punto il proprietario del suolo decise di citare il Comune in giudizio per ottenere il risarcimento del danno subito. La Corte di Appello, nel 2011, ha condannato l'ente pubblico al pagamento di una somma pari a poco meno di 4 milioni e 200 mila euro. Nel frattempo, però, era intervenuta una norma che consentiva di sanare situazioni come questa. Il Consiglio comunale, sulla base della nuova legge, approvò una delibera che stabiliva che le case realizzate rispondevano ad un fine sociale di particolare rilevanza e, pertanto, andavano conservate acquisendo il suolo dal privato con un indennizzo quantificato in 620mila euro. Querelle chiusa? Assolutamente no. Nel 2013 la Corte di Cassazione ha confermato la tesi della Corte d'Appello. Pertanto l'avvocato del proprietario del terreno si è rivolto al Tar per ottenere il risarcimento dall'amministrazione di Vico Equense. I giudici amministrativi accolsero il ricorso e quantificarono la somma che, comprensiva degli interessi maturati fino a quel momento, arrivava a 4 milioni e 189.433,17 euro. Il Comune pagò quanto dovuto in modo da chiudere il contenzioso. Successivamente, nel 2021, il Consiglio di Stato ha stabilito che l'ente avrebbe potuto pretendere dai soci delle cooperative l'importo versato, visto che nel frattempo erano diventati i legittimi proprietari delle abitazioni ed i principali beneficiari degli atti impugnati. Ora è giunto il momento di saldare. Ma queste famiglie sono formate in larga parte da anziani con pensioni al minimo e da cittadini che versano in condizioni di difficoltà economiche. Ogni assegnatario, in base al riparto, si trova a dover affrontare un esborso medio che si aggira intorno ai 150mila euro, una somma che per molti di questi nuclei familiari è impossibile da mettere insieme.
Nessun commento:
Posta un commento