La denuncia dei sindacati: "A Napoli si guadagna la metà di Milano". Occupazione femminile ai minimi. Manifestazione in piazza Municipio dedicata alle vittime del lavoro
di Mariella Parmendola - La Repubblica Napoli
Napoli - Dice: «Sono alla cassa di un supermercato tutti i giorni, a volte anche la domenica. Ma non basta mai, io e mia figlia abbiamo difficoltà ad arrivare a fine mese. E non sono la sola». Anna ha 40 anni, lavora in un centro commerciale a Napoli, « guadagno meno di 800 euro netti al mese, non riesco neanche a fare fronte alle spese per la scuola della mia bambina». Il presidente Mattarella parla anche di lei quando, in vista del Primo maggio, dice che «i salari insufficienti sono una grande questione per l'Italia». Anna rientra tra quei lavoratori «che fanno la fame anche avendo un contratto. Sono il 18% e a Napoli la situazione è peggiore. Diciamo da decenni quello che oggi dice il Capo dello Stato, le sue parole ci rafforzano » , afferma Nicola Ricci segretario della Cgil della Campania. Il sindacato di Landini usa le cifre per confrontare Lombardia e Campania: «Parliamo di una retribuzione media di 2.254 euro lordi al Nord, a fronte dei 1.347 della nostra regione". A Napoli si guadagna mediamente poco più della metà di Milano, per l'Istat passiamo da 1.416 a 2.642 euro della città lombarda. «Se la passano peggio ovviamente giovani e donne campani con part time, interinali. In questo contesto la Regione Campania peggiora le cose con le sue normative in tema di precarietà » , denuncia Ricci. E ieri mattina Cgil, Cisl e Uil si sono confrontati proprio sul gap vissuto dalle donne nel mondo del lavoro e sulla violenza di genere al Teatro Trianon di Napoli.
«La Campania è fanalino di coda anche se guardiamo ai dati sull'occupazione femminile che è appena del 32,6%, meno di una donna su tre è occupata. Secondo i dati Inps, delle 239.645 lavoratrici in Campania solo a 37.100 è stato proposto un contratto a tempo indeterminato, mentre per 134.444 è a termine e 39.783 sono le stagionali. Per 5.870 si tratta di apprendistato, le altre hanno forme ancora più precarie» sottolineano le sindacaliste, che ieri si sono confrontate su dati e testimonianze vissute. «Oltre l'80% delle dimissioni registrate in regione ha riguardato le lavoratrici madri. Non stupisce, visto che la Campania è all'ultimo posto per numero di posti negli asili nido, con appena 13 ogni 100 bambini tra gli 0 e i 2 anni » , denunciano. Temi che il sindacato porta in piazza Municipio oggi con la manifestazione del 1 maggio "uniti per un lavoro sicuro". Una giornata che Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di dedicare a Salvatore Renna, l'operaio morto nel cantiere della metro della stazione di piazza Municipio nel 2014. E alle 9,30 i tre segretari Ricci, Giovanni Sgambati e Melicia Comberiati deporranno una corona di fori sulla lapide in sua memoria nella stazione, alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi e del prefetto Michele Di Bari. Poi la manifestazione tornerà in piazza Municipio per gli interventi dei delegati e la conclusione affidata alla Cgil con Ricci. « Come sempre sarà non solo una festa, ma una giornata di lotta. E noi continueremo a batterci per dare ai lavoratori una retribuzione dignitosa, come ci ha ricordato Mattarella. Abbiamo fatto anche uno sciopero su questo e riproponiamo la detassazione dei contratti per aiutare il sistema delle imprese ad aumentare i salari. Che a Napoli sono troppo bassi anche per le professionalità qualificate » , ricorda Sgambati segretario della Uil. Fa suo il discorso di Mattarella anche la segretaria della Cisl di Napoli, Comberiati: «Questa è un'Italia a due velocità. Stiamo parlando di intere famiglie che non arrivano alla fine del mese, altre a metà. Tanti giovani vanno via per i contratti troppo bassi rispetto al costo della vita». Tanto più a Napoli «i salari bassi ormai riguardano anche i contratti pubblici. Sono 400 i medici e i ricercatori del Policlinico della Federico II a vivere una condizione di povertà. Di tutto questo oggi parleremo in piazza», conclude Ricci.
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