lunedì 13 ottobre 2025

Penisola, allarme cinghiali distrutte le coltivazioni, paura nei borghi collinari

di Antonino Siniscalchi - Il Mattino

Massa Lubrense - I borghi collinari di Massa Lubrense, tra Torca e il villaggio di Pontone a Sant'Agata sui Due Golfi, stanno vivendo giorni di forte apprensione per la presenza sempre più frequente di cinghiali che si aggirano tra campi e sentieri, causando danni ingenti alle coltivazioni. Le fototrappole installate da alcuni abitanti hanno documentato incursioni notturne di gruppi numerosi di animali, anche fino a sei o sette esemplari, che si muovono indisturbati tra gli orti e i terrazzamenti agricoli. In poche ore, raccontano i coltivatori, intere coltivazioni vengono distrutte: patate, pomodori, insalate e piante di stagione sono state rivoltate dai cinghiali alla ricerca di cibo. In certe zone i cinghiali arrivano fino a ridosso delle abitazioni. «Avvistamenti sono stati segnalati a Le Tore, qualche danno è stato registrato a Pontone, c'è stata una totale devastazione dei terreni tra Sant'Elia e le località Borra e Chiavazzano fino alla periferia di Torca, zona Monticello sottolinea Marco Mantegna,, residente a Torca -. Urge una soluzione immediata per prevenire la distruzione di un patrimonio storico ed agricolo unico al mondo». La morfologia del territorio, caratterizzato da macchia mediterranea, boschi e terrazzamenti coltivati, favorisce il rifugio e la riproduzione di questi animali, che ormai non conoscono più confini tra zone selvatiche e aree abitate. Il fenomeno è una conseguenza diretta dell'assenza di predatori naturali e di un mancato controllo della fauna selvatica. «Il predatore naturale del cinghiale è il lupo spiega Claudio D'Esposito del Wwf Terre del Tirreno - ma i cacciatori continuano a spingere per l'uccisione di tale specie protetta. Questo è solo l'inizio». 

LE IMMAGINI 

Gli abitanti chiedono un piano di contenimento coordinato con la Regione Campania e con gli enti preposti alla gestione faunistica, che preveda azioni concrete e continuative. Le immagini registrate nella notte del 24 settembre a Torca, che mostrano un branco di cinghiali a pochi metri da un sentiero illuminato, hanno fatto il giro dei social, riaccendendo il dibattito e la preoccupazione. Del resto, il problema non riguarda solo Massa Lubrense. La presenza dei cinghiali è stata segnalata anche nei boschi del Monte Faito e nei comuni limitrofi. Da Piano di Sorrento arrivano conferme. «Gli animali si spostano dalle zone alte del Faito spiega Antonio Abbate, cittadino di Piano di Sorrento - e stanno raggiungendo tutte le aree collinari della penisola sorrentina. Ogni tanto se ne vede qualcuno anche tra Trinità e San Liborio». Il fenomeno, dunque, ha assunto un'ampia dimensione. «Il monte Faito è sempre stata pieno di cinghiali ribadisce Tiziana Adolescente, giornalista ambientale -. I cacciatori, i residenti, gli assidui frequentatori lo sanno bene. I "maremmani" e gli altri cani che stazionavano al Belvedere tenevano lontano il pericolo dei cinghiali dalle zone abitate. Mi chiedo: meglio i cani o meglio i cinghiali?». L'espansione dei cinghiali è favorita dalla capacità di adattamento e dall'abbondanza di cibo disponibile nelle campagne. «Nel mio girovagare tra i sentieri in cerca di piante selvatiche e orchidee racconta Ciro Pane, un appassionato di fotografia e botanica locale ho notato un forte incremento delle tracce: buche, arature nel terreno, resti di piante divelte. I cinghiali estraggono i bulbi di asfodeli e orchidee, ma non si limitano a questo. È un problema molto serio».

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