Meta/Vico Equense - La gestione del ciclo dei rifiuti nella penisola sorrentina si conferma un fronte caldo, non solo sul piano ambientale, ma ora anche su quello giudiziario e politico. I recenti sequestri preventivi delle isole ecologiche comunali di Vico Equense, a Massaquano, avvenuto a novembre e, quella di ieri, di Meta, accendono un faro inquietante sulle procedure e le responsabilità amministrative locali. La Procura di Torre Annunziata, attraverso le indagini condotte dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza, ha messo in luce un modus operandi che in entrambi i casi ha portato a contestazioni gravi: si parla di scarichi abusivi di acque di dilavamento in corpi idrici superficiali, deposito incontrollato di rifiuti e, nel caso di Vico Equense, persino l'inosservanza di un'ordinanza di chiusura già emessa dal Comune. Il problema non è più soltanto giudiziario, ma assume i contorni di una vera e propria emergenza logistica e igienico-sanitaria per i cittadini. Con la chiusura di due centri di raccolta fondamentali nel raggio di pochi chilometri, si pone immediatamente il problema pratico di dove smaltire correttamente i rifiuti. La raccolta "porta a porta" continua, ma i centri di conferimento per ingombranti e frazioni speciali sono bloccati.
Questa situazione sta generando un'inevitabile tensione politica. L'interrogativo che domina il dibattito è: "Chi controlla chi?". Come è stato possibile che irregolarità così evidenti e gravi, capaci di generare inquinamento ambientale per scarico di percolato, siano passate inosservate ai controlli interni degli enti locali o, peggio, siano state ignorate? La politica locale è ora chiamata a fornire risposte rapide e trasparenti per garantire la continuità del servizio pubblico essenziale e, soprattutto, per rassicurare i cittadini sulla salubrità del territorio e sulla correttezza degli appalti.

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