Angela Cortese cita Zygmunt Bauman, invoca l'osservanza di regole «solide e non liquide» pensando soprattutto alla lealtà dei rapporti personali e politici. L'intervista rilasciata ieri a Il Mattino dal ministro dell'Innovazione Luigi Nicolais («Non è stato per trasformismo se non abbiamo votato Angela Cortese. Su di lei c'è stato un problema di metodo») ha finito per alimentare l'amarezza che si porta dietro dal giorno dell'assemblea dei delegati del Pd, quando non è riuscita a diventare coordinatrice provinciale di Napoli del Partito democratico a causa del voto contrario di Nicolais e dei suoi rappresentanti. Oggi, la Cortese (militante di lungo corso della sinistra sindacale legata al mondo scolastico) rifiuta persino la definizione di ‘‘basso-liniana'': «In sette anni svolti come assessora provinciale alle politiche scolastiche — afferma con ostentato orgoglio — sono entrata una sola volta nella stanza di Antonio Bassolino alla Regione. E l'ho fatto per parlargli del progetto Scuole Aperte. Non mi sento asservita. Non sono dipendente di nessuno. Ma se una differenza la devo evidenziare, ebbene devo dire che Bassolino i suoi assessori li ha lasciati sempre governare, senza mai interferire nel loro lavoro »
.Si riferisce al Nicolais assessore: insomma, non le va giù «il tradimento» sul voto all'assemblea del Pd? «Mi sarei aspettato argomentazioni più solide da parte del ministro per giustificare quanto è avvenuto durante il voto per l'elezione del nuovo vertice del Pd napoletano. È quantomeno bizzarro, poi, che sia lui a decretare la guerra e la pace. Ora, Nicolais dice che è giunto il momento della pace. Mentre fino a ieri eravamo in guerra»…
continua
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