venerdì 8 febbraio 2008

Meglio soli

Il governo ha deciso: il 13 e 14 aprile le elezioni politiche saranno accorpate con le amministrative. Sul versante degli schieramenti, il Partito democratico va da solo, ovviamente senza sbattere le porte in faccia a nessuno. Una scelta coraggiosa che provoca un terremoto pure a destra. L’annuncio che il Pd correrà da solo per il Senato svincola Berlusconi dall’obbligo di imbarcare tutti sull’Arca di Noè, compresi i cosiddetti impresentabili. «Posso vincere», ragiona in queste ore un Cavaliere piacevolmente colpito dalla novità, «senza farmi più ricattare dai piccoletti». Il segretario del Pd suona la carica in vista della campagna elettorale: «C’è una grande voglia di nuovo, è finita la stagione di un certo bipolarismo, delle contrapposizioni, della dittatura delle minoranze». Bertinotti: «Io capisco le istanze di unità, che hanno sempre animato la sinistra, ma bisogna guardare al futuro e di fronte alla scelta del Pd, che rispetto, serve essenzialmente una sfida per il futuro su chi è in grado di indicare la via d’uscita più efficace per il Paese. «E io credo che anche in campagna elettorale la costituzione per la sinistra di un soggetto unitario è la via maestra anche per un importante risultato elettorale». I giochi, dunque, sembrano fatti. Il Pd da una parte, la sinistra radicale dall'altra. La scommessa di Veltroni è di intercettare i voti di chi è stufo dell'eccesso di frammentazione e della rissosità del centrosinistra. Con l'obiettivo, nemmeno troppo celato, di riproporre a Berlusconi, dopo il voto, un governo di larghe intese che tolga le ali estreme e faccia le riforme.

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