«Io non darò un´unghia per quella soluzione che porta alla rovina dei cittadini».
Antonio Bassolino cancella per l´ennesima volta dall´orizzonte l´idea di dimettersi. Lo fa davanti a una nutrita platea di assessori suoi, amministratori, sindacalisti (presenti i tre vertici Gravano, Cerrito e Rea), imprenditori (dalla presidente di Confindustria Cristiana Coppola a quello di Coldiretti Vito Amendolara). Tutti convocati in un albergo cittadino per discutere sulla programmazione dei nuovi fondi europei per il 2007-2013, all´indomani della riunione del comitato di sorveglianza. Quei fondi diventano il secondo architrave della resistenza bassoliniana, oltre ai rifiuti: «Avevamo due vie davanti. La prima era accogliere le sollecitazioni su una strada sbagliata, che aggiungerebbe problemi a problemi, e sarebbe rovinosa». L´alternativa? «Quella che abbiamo scelto: dare il nostro contributo per uscire dalla emergenza rifiuti e avviare la programmazione dei nuovi fondi europei». Bassolino vuole anzi che «i primi cantieri vengano avviati entro fine anno, in modo che la Ue approvi i progetti entro lo stesso 2008». In campo per ora ce ne sono sedici. Vanno dal completamento del recupero del Sarno a quello dell´Albergo dei poveri passando per banda larga, metrò regionale, porti e aeroporti, risanamento dei Campi Flegrei e dei Regi Lagni, polo fieristico e agroalimentare, biotecnologie. L´inviato della Commissione europea,
Alberto Piazzi, funzionario del Dipartimento per le politiche regionali, promuove l´approccio: «Questa programmazione è migliore di quella passata, è ottima l´intenzione di concentrare il 40 per cento delle risorse su un numero limitato di progetti». Ai primi 16 col tempo potrebbero aggiungersene altri, ma non oltre i 30. Fra i collaboratori di Bassolino non c´è alcuna remissività. Il neo-assessore al bilancio
Mariano D´Antonio fa i conti: «Nel periodo 2001-2005 la spesa pubblica per abitante è stata in Campania del 26-28 per cento più bassa della media nazionale».
Isaia Sales rivela che sono saliti a 800 milioni i fondi per le bonifiche a disposizione degli enti (ma non del commissariato). Tutti ripetono che «i fondi europei non sono sostitutivi di quelli ordinari». Messaggi al governo futuro, qualunque sarà. An intanto chiede chiarezza e paventa che «sono a rischio 3,3 miliardi del 2000-2006». Sales taglia corto: «Abbiamo avuto quattro premialità consecutive, pari a 477 milioni. Chi afferma che perdiamo risorse fa solo disinformazione».
(Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli)
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