lunedì 21 aprile 2008

Finita l’era Bertinotti

«Bisogna ripartire da un'opposizione sociale al governo Berlusconi e provvedere al rilancio del Prc dentro una sinistra plurale». Paolo Ferrero analizza la secca sconfitta elettorale delle sinistre e butta lo sguardo sulle prospettive future. Nessuna ricerca di un capro espiatorio, ma la linea politica della segreteria di Rifondazione comunista «è fallita», spiega l'ex ministro della Solidarietà sociale, e ora bisogna «ricostruire la sinistra sul piano sociale, rilanciando il Prc nell’aggregazione di sinistra più ampia». Il Comitato politico nazionale ha approvato il documento con il quale si comporrà il comitato di garanzia che guiderà il partito sino al congresso. Ha avuto la meglio, con 98 voti, il documento presentato dal ministro della Solidarietà sociale Ferrero che ha battuto quello presentato dalla segreteria fermo a 70 consensi. Il documento presentato dall'aerea dell' 'Ernestò ha preso invece 16 voti, quello di Bellotti 5, e quello di Franco Russo 1. Faranno parte del comitato di garanzia, in quota proporzionale rispetto ai risultati del comitato politico nazionale, 12 elementi di cui 6 dell'area che ha presentato il documento presentato da Ferrero, 5 dell'area dell'ex segretario Giordano e uno dell'area dell'Ernesto. Il Cpn ha anche approvato a larga maggioranza un dispositivo che prevede l'elezione del comitato di garanzia “per dare continuità all'attività ordinaria del partito”. Fissati anche i giorni del congresso nazionale dal 17 al 20 luglio: il dispositivo stabilisce infine che per il 3 e 4 maggio venga convocato un altro Comitato politico nazionale "per la definizione della modalità del percorso congressuale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con l’editoriale di Marco Demarco (lo trovate qui) Io ho visto l’Infedele ed ho sentito attentamente Vendola e devo dire che nel sentirlo provavo un crescente fastidio per il tono messianico e profetico che spesse volte assumeva per spiegare le ragioni della catastrofe della Sinistra Arcobaleno:è un tono che Vendola usa di frequente e che non mi è mai piaciuto .Qualcosa tra il vate visionario e il profeta con citazioni a paradigmi filosofici che spesso appunto tra “la crescente nuvola visionaria, i riccioli barocchi di quel fraseggio, i voli estremi tra storia e immaginazione..", finivano col confondere il senso di ciò che avrebbe potuto dire solo in cinque righe, queste:” la verità è che la destra e la lega in particolare alle paure,alle esigenze e ai bisogni dei cittadini ,conseguenti alla globalizzazione,offrono soluzioni e risposte rassicuranti,che io non condivido anzi avverso aspramente, ma le offrono. La sinistra semplicemente non lo fa. Dobbiamo ripartire dalle esigenze e dalle domande concrete dei più deboli e dei meno protetti, tornando in mezzo a loro e riprendere con loro un percorso nuovo e credibile...". Ecco, bastava dire solo questo e Lupi –il pragmatico – avrebbe capito e avrebbero capito anche gli altri, Lerner incluso. Io dopo quella trasmissione – ma ne ero già convinto da molto – dico che la Sinistra ( e intendo tutta la Sinistra Arcobaleno e Democratica ) non rappresenta più e non da ora,gli strati più deboli ed esposti della società, ma soprattutto non offre soluzioni concrete alla gente. La lega, anche se con modalità discutibili, lo fa.Tutto qua. In più aggiungo che io non sarei così escatologico, come fa Vendola appunto e molti altri rifondaroli e mi rimboccherei le maniche aspettando le prossime elezioni tra cinque anni.