martedì 2 giugno 2009
"Si è ricandidato a sindaco ma rischia di essere sospeso dalla carica"
Meta - "Il sindaco uscente e ricandidato, Bruno Antonelli, è imputato di concussione in un processo in corso al Tribunale di Torre Annunziata. Mi auguro che venga assolto, e lo dico di cuore. Ma siccome nessuno può prevedere come andrà a finire il dibattimento, bisogna ricordare che se Antonelli venisse condannato, anche soltanto in primo grado, la sentenza ne comporterebbe l'immediata sospensione dalla carica di primo cittadino. Meta potrebbe eleggere un sindaco e poi ritrovarsene per diciotto mesi un altro, non scelto degli elettori. Con tutte le conseguenze del caso. E' giusto che Meta debba correre questo rischio?". Carlo Sassi, candidato sindaco di 'Uniti per Meta', solleva la questione del processo a carico di Bruno Antonelli e chiede ai metesi di riflettere se sia opportuno eleggere un sindaco le cui vicende penali potrebbero ripercuotersi sull'andamento dell'amministrazione comunale. L'eventualità della 'sospensione' di un sindaco per una condanna in primo grado per concussione è contemplata nell'articolo 59 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali". E ha un precedente nella vicina Sorrento. Nell'ottobre 2000 il sindaco Marco Fiorentino venne condannato in appello per concussione a tre anni e tre mesi di reclusione. Fu immediatamente sospeso dalla carica. Per diciotto mesi la città del Tasso venne amministrata dal primo cittadino facente funzioni Raffaele Attardi, vice sindaco al momento della sentenza. Nell'aprile 2002, la Cassazione cancellò la condanna a Fiorentino, che si reinsediò in Comune. In caso contrario, l'amministrazione di Sorrento sarebbe stata sciolta e si sarebbe tornati alle urne. La vicenda penale di Antonelli riguarda un contenzioso sulle emissioni di una canna fumaria di una pizzeria-rosticceria. Secondo il pm Emilio Prisco della Procura di Torre Annunziata, il sindaco e un componente della commissione edilizia comunale, «abusando dei loro poteri, dopo aver fatto ricorso non a velate allusioni ma a esplicite minacce, avrebbero costretto i titolari dell'attività di rosticceria sita in via Alberi a soggiacere alle loro illecite richieste», ossia a scendere a patti con i proprietari del locale, che abitano nell'appartamento sovrastante la rosticceria: uno dei proprietari all'epoca era consigliere comunale di maggioranza (indagato anch'egli, è stato poi prosciolto in istruttoria). L'inchiesta culminò il 6 dicembre 2005 in un provvedimento di arresti domiciliari per Antonelli. Arresti revocati dopo qualche settimana. Il processo di primo grado è ancora in corso e potrebbe giungere a sentenza entro il 2009.
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