"Convochiamo un tavolo tecnico per capire la situazione dei lavoratori della T. M. E. che gestisce l´impianto di Depurazione delle Acque Reflue Urbane "Foce Sarno". Lavoratori - prosegue Scala - che non ricevono lo stipendio perchè la ditta adduce come motivazione i ritardi dei pagamenti da parte della committente Regione Campania". "In tempi di mare inquinato, di allarme balneabilità credo sia doveroso intervenire su questa vicenda. Questa situazione - prosegue Scala nel manifestare la propria solidarietà agli operai in lotta- spesso ha determinato uno stato di agitazione da parte dei lavoratori, che pur garantendo i servizi minimi indispensabili, continua a causare ricadute negative sull´efficacia del processo di depurazione delle acque reflue urbane. Per evitare tali inconvenienti spesso i lavoratori responsabilmente, hanno interrotto lo stato di agitazione, cercando una soluzione civile e pacifica, insieme ai sindacati, con la direzione e la Regione Campania. Questi episodi - racconta Scala - si verificano con frequenza regolare e c'è il sospetto fondato che la T.M.E. volutamente non corrisponde gli stipendi per esasperare gli animi dei lavoratori e spingerli a entrare nello stato di agitazione". A quanto pare, scrive il capogruppo Scala nella sua interrogazione , uno degli ultimi stati di agitazione è stato proclamato dalla T.M.E stessa all´insaputa degli stessi lavoratori e se così fosse ci troveremmo davanti ad un vero e proprio ricatto che subiscono sia i lavoratori che la stessa Regione Campania". Il grave momento di difficoltà che stanno vivendo gli stabilimenti balneari della zona e tutto l´indotto legato al turismo estivo, messi in ginocchio non solo dalla crisi economica ma anche dall´inquinamento dell´intero litorale, dovuto soprattutto alla mancata depurazione, come evidenziano i dati dell´Arpac, richiede interventi mirati e urgenti e senso di responsabilità da parte di tutti, incluso la T.M.E. Ecco perchè - conclude Scala - ho chiesto se non sia il caso di convocare, con urgenza, un tavolo istituzionale con gli organi competenti incluso il Prefetto di Napoli, che veda la presenza di tutti i soggetti interessati affinché si chiarisca e risolva in modo definitivo la questione, sia per garantire con regolarità il diritto alla corresponsione degli stipendi ai lavoratori; sia per scongiurare il pericolo di arrecare ulteriori danni a un territorio già penalizzato da dissesti e problematiche territoriali di ogni genere; sia per evitare che la prassi di lasciare i lavoratori senza stipendi, anche quando le ditte non versano in condizioni economiche critiche come nel caso della T.M.E, si consolidi sempre di più; sia per impedire alle ditte di continuare a pensare che impunemente possano ricattare sia lavoratori che Regione Campania, per meri profitti aziendali"
venerdì 24 luglio 2009
Scala scrive alla Regione sull'agitazione lavoratori T.M.E. Spa
"Convochiamo un tavolo tecnico per capire la situazione dei lavoratori della T. M. E. che gestisce l´impianto di Depurazione delle Acque Reflue Urbane "Foce Sarno". Lavoratori - prosegue Scala - che non ricevono lo stipendio perchè la ditta adduce come motivazione i ritardi dei pagamenti da parte della committente Regione Campania". "In tempi di mare inquinato, di allarme balneabilità credo sia doveroso intervenire su questa vicenda. Questa situazione - prosegue Scala nel manifestare la propria solidarietà agli operai in lotta- spesso ha determinato uno stato di agitazione da parte dei lavoratori, che pur garantendo i servizi minimi indispensabili, continua a causare ricadute negative sull´efficacia del processo di depurazione delle acque reflue urbane. Per evitare tali inconvenienti spesso i lavoratori responsabilmente, hanno interrotto lo stato di agitazione, cercando una soluzione civile e pacifica, insieme ai sindacati, con la direzione e la Regione Campania. Questi episodi - racconta Scala - si verificano con frequenza regolare e c'è il sospetto fondato che la T.M.E. volutamente non corrisponde gli stipendi per esasperare gli animi dei lavoratori e spingerli a entrare nello stato di agitazione". A quanto pare, scrive il capogruppo Scala nella sua interrogazione , uno degli ultimi stati di agitazione è stato proclamato dalla T.M.E stessa all´insaputa degli stessi lavoratori e se così fosse ci troveremmo davanti ad un vero e proprio ricatto che subiscono sia i lavoratori che la stessa Regione Campania". Il grave momento di difficoltà che stanno vivendo gli stabilimenti balneari della zona e tutto l´indotto legato al turismo estivo, messi in ginocchio non solo dalla crisi economica ma anche dall´inquinamento dell´intero litorale, dovuto soprattutto alla mancata depurazione, come evidenziano i dati dell´Arpac, richiede interventi mirati e urgenti e senso di responsabilità da parte di tutti, incluso la T.M.E. Ecco perchè - conclude Scala - ho chiesto se non sia il caso di convocare, con urgenza, un tavolo istituzionale con gli organi competenti incluso il Prefetto di Napoli, che veda la presenza di tutti i soggetti interessati affinché si chiarisca e risolva in modo definitivo la questione, sia per garantire con regolarità il diritto alla corresponsione degli stipendi ai lavoratori; sia per scongiurare il pericolo di arrecare ulteriori danni a un territorio già penalizzato da dissesti e problematiche territoriali di ogni genere; sia per evitare che la prassi di lasciare i lavoratori senza stipendi, anche quando le ditte non versano in condizioni economiche critiche come nel caso della T.M.E, si consolidi sempre di più; sia per impedire alle ditte di continuare a pensare che impunemente possano ricattare sia lavoratori che Regione Campania, per meri profitti aziendali"
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