Fonte: Rete dei Comitati vesuviani/Zero Waste Italy e Legambiente onlus
Facendo seguito al comunicato dell’11 marzo u.s. ci sia mo, senza preavviso, recati insieme al responsabile di Legambiente area-vesuviana, presso la discarica ex Sari di Terzigno (Na), non più sito militare, dove era in turno di servizio l’ing. Mancini di Ecodeco (A2A) che, dopo essere stato autorizzato dai vertici dell’Azienda, ci ha accompagnati a visitare l’invaso. In primo luogo abbiamo chiesto notizie sullo stato della discarica che ad oggi risulta essere definitivamente chiusa (anche se non abbiamo ricevuto ancora la relativa delibera richiesta da tempo all’Amministrazione provinciale di Napoli) e in itinere la fase di messa in sicurezza ai sensi dell’A.I.A. rilasciata. Tre turbine sono state allocate alla base dell’invaso che trasformano il bio-metano prodotto (ad ora circa 4 metri cubi all’ora) in altrettanta energia elettrica (circa 1 MW all’ora) che dallo scorso gennaio viene immesso nella rete nazionale. Il percolato prodotto dalla ex Sari, che in condizioni atmosferiche standard viene emunto in circa 4 metri cubi/24h, viene stoccato in silos a tenuta e periodicamente trasportato nell’impianto di trattamento in Puglia. L’invaso infine è stato completamente telonato sulla sommità e ricoperto di brecciame di riporto (proveniente da cave laziali) per circa 1 mt. e alla fine dovrebbe essere ulteriormente ricoperto, secondo normativa prevista, da terriccio argilloso e piantumato con fusti a piccola radice.
Sui tempi di tombatura l’ing. Mancini non ha voluto dare certezze limitandosi ad una previsione di circa sei-otto mesi, a suo giudizio per le difficoltà e i costi di approvvigionamento del materiale di copertura. Ovviamente è stato esclusa qualunque ipotesi di sversamento “illegale” di ulteriore monnezza tal quale, essendo l’invaso ricoperto da pietrisco e essendo i fianchi dello stesso in forte pendio compattato da circa 2 metri e mezzo di terreno argilloso. Nessun bruciatore di biogas è presente sulla sommità dell’invaso segno che la captazione è quasi totale con l’abbattimento, finalmente al minimo, di miasmi e odori sgradevoli. La visita alla discarica si è conclusa con un minimo di documentazione fotografica consentitaci dal gestore che ringraziamo per la disponibilità. Nelle more di perseguire gli altri obiettivi che come Rete dei Comitati vesuviani e Legambiente ci eravamo prefissi col comunicato di cui sopra ci siamo dati appuntamento fra qualche mese per seguire lo stato di avanzamento della messa in sicurezza e la definizione di eventuali criticità che dovessero evidenziarsi nel completare la tombatura. All’uscita dalla discarica però, con nostra grande sorpresa abbiamo notato un via vai di enormi camion che trasportavano terra e che provenivano dalla strada Nespole della Monica che scende su via Zabatta. E’ in corso su questa direttrice un’operazioni di spianamento dell’arteria ed è previsto a breve la posa del manto d’asfalto. Una vera follia , a nostro avviso, essendo la strada priva di qualsivoglia opera fognaria e di canalizzazione delle acque meteoriche che una volta completata creerebbe un problema serio in caso di piogge torrenziali tali da trasformare precocemente la strada in un torrente che precipiterebbe a valle le acque della montagna e creerebbe un dissesto idrogeologico serio alle case che si confrontano con la strada e alla parte nord del Comune di Boscoreale dalla Panoramica verso valle. Un pericolo che ci siamo permessi di richiamare alle autorità Prefettizie del Comune commissariato e a quelle dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio in capo al controllo delle criticità del territorio amministrato.
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