domenica 13 dicembre 2015

Liquami fognari nel canyon

La denuncia del Wwf: «Una meraviglia stuprata da scarichi di ogni genere» 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino

Piano di Sorrento - Liquami fognari che percorrono l'antico sentiero tra Casanocillo e Arola e, dopo aver ingrossato le acque del torrente, attraversano i campi per poi sfociare nel mare di Meta. A denunciare l'ennesimo disastro ambientale nel vallone di Lavinola è il Wwf: «Sono anni che questo luogo meraviglioso viene stuprato da scarichi di ogni genere», attacca il presidente Claudio d'Esposito. Sul piede di guerra anche il comitato civico «Grande Onda» che, in una lettera al consigliere regionale Enza Amato, invoca l'immediata bonifica del canyon. La situazione fotografata dagli ambientalisti è tutt'altro che confortante. Percorrendo il tracciato pedonale che da Casanocillo conduce ad Arola, i volontari del Wwf si sono imbattuti in una serie di tombini. Da uno di questi fuoriuscivano acque maleodoranti e schiumose che poi attraversavano i campi coltivati e l'intero vallone di Lavinola fino a sfociare in mare. In quale punto? Nella baia del Purgatorio di Meta, dove la balneazione è stata vietata per quasi tutta la scorsa estate proprio a causa del livello esorbitante di batteri fecali riscontrato dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpac).
 
Ecco perché il Wwf ha immediatamente allertato la Capitaneria di porto: «È dal 2009 che la nostra associazione segnala questo scempio e la natura dei liquami non lascia dubbi - denuncia Claudio d'Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno - Ed è ancora più grave che questo disastro si consumi in una zona paesisticamente vincolata e nel bel mezzo del Parco regionale dei monti Lattari». A rincarare la dose ci pensa il comitato civico Grande Onda. I vertici del sodalizio hanno scritto al consigliere regionale Enza Amato (Pd) che coordina le iniziative di Comuni e Regione contro l'inquinamento marino. «I sindaci sono a conoscenza dei liquami che scorrono lungo il vallone di Lavinola avvelenando terreni coltivati, falde acquifere e poi il mare? - si legge nella nota - Hanno già dimenticato che proprio dal vallone di Lavinola, l'estate scorsa, si è riversato quell'ammasso di melma che ha coperto la superficie del mare e devastato l'immagine della costiera agli occhi del mondo?» Sul caso-Lavinola, comunque, resta alta l'attenzione di magistratura e forze dell'ordine. Gli esposti del Wwf, le denunce della «Grande Onda» e i video girati dal fotoreporter Luigi De Pasquale sono sotto la lente d'ingrandimento del sostituto procuratore di Torre Annunziata Antonella Lauri, titolare dell'inchiesta sull'inquinamento marino a Sorrento e dintorni. Nelle scorse settimane, inoltre, il nucleo di polizia marittima e difesa costiera della Capitaneria di porto di Castellammare ha effettuato un sopralluogo nel vallone. I militari hanno eseguito rilievi fotografici e verificato lo stato dei luoghi. Ma le indagini sono destinate a proseguire con l'ausilio degli uffici locali della Capitaneria di porto e dei Comuni. Il tutto con un solo obiettivo: stanare i responsabili di un disastro ambientale senza precedenti.

Nessun commento: