Michele Cannavacciuolo |
Fonte: Francesco Gravetti da Il Mattino
Si apre uno spiraglio per i circa 200 lavoratori dell'Eavbus che dal 2012 attendono il tfr, il trattamento di fine rapporto dopo il fallimento dell'azienda che garantisce il trasporto pubblico su gomma in quasi tutta la provincia di Napoli ed in buona parte delle altre province della Campania. Quasi23 milioni bloccati da questioni burocratiche e giuridiche: tutti soldi dei lavoratori, in pratica la liquidazione che viene percepita alla fine dell'attività lavorativa e all'atto della pensione. C'è chi sperava di averli per il matrimonio dei figli, chi voleva investirli, chi sognava di fare qualche regalo importante ai nipotini: invece da quattro anni i pensionati Eavbus sono alle prese con rivendicazioni e proteste, seppure mai violente, perché quei soldi non arrivano. Ieri, il tavolo in prefettura, convocato dopo che i lavoratori avevano occupato il decimo piano della sede Eav di Porta Nolana. Hanno partecipato i componenti della curatela fallimentare e i rappresentanti di Eav, prefettura e regione Campania. Alla base del blocco del tfr c'è proprio una querelle tra curatela fallimentare ed Eav. Eavbus, infatti, è una società nata nel 2008 dall'unione di varie aziende del trasporto pubblico locale. Le aziende confluite portarono in dote nella nuova società attività e passività, tra cui proprio il trattamento di fine rapporto.
Quando, nel 2012, Eavbus fallì vantava quindi un credito verso Eav di circa 23 milioni, la cui causale è, appunto, il Tfr dovuto ai dipendenti. In sostanza quindi Eav deve pagare al fallimento 23 milioni di euro per consentire al fallimento di pagare il Tfr ai lavoratori. Una partita di giro che Eav vorrebbe evitare, dando i soldi direttamente ai lavoratori. Spiega il presidente Umberto De Gregorio: «La posizione di Eav è chiara. Il diritto dei lavoratori a percepire il Tfr viene prima di ogni altra questione giuridica. Siamo quindi pronti a pagare il Tfr direttamente ai dipendenti purché il fallimento rinunci al suo credito verso Eav per il Tfr e la Regione fornisca la provvista finanziaria necessaria. Ma Eav non può pagare due volte il Tfr: una volta ai dipendenti ed una volta al fallimento. Non è giusto e non è possibile: le condizioni finanziarie di Eav sono disastrose, e questa ennesima sopravvenienza passiva non sarebbe sopportabile per i conti di Eav». Ieri, in Prefettura, sono stati fatti piccoli ma significativi passi avanti: la curatela fallimentare si è detta disposta a prendere in considerazione l'ipotesi dell'Eav che, adesso, dovrà presentare un'istanza ufficiale al giudice che sta curando il fallimento Eavbus. Dice ancora De Gregorio: «Per la prima volta si comincia a ragionare della possibilità di percorrere una strada che porti ad una soluzione concreta». Intanto, i lavoratori giovedì presidieranno il tribunale fallimentare, per chiedere maggiore attenzione sulla vicenda e tempi rapidi. Dice Michele Cannavacciuolo: «Stiamo lottando da anni ed ora, forse, qualcosa si sta muovendo. Non dobbiamo abbassare la guardia, ma questi segnali autorizzano un cauto ottimismo». La prossima riunione dovrebbe tenersi tra un paio di settimane: in quell' occasione parteciperanno anche i rappresentanti dell'Inps, l'ente al quale toccherà versare il resto dei soldi per completare il versamento della liquidazione. Ma quei soldi ci sono già, conservati in un fondo apposito : mancano 23 milioni, che l'Eav non vuole versare due volte.
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