venerdì 12 agosto 2016

Dal depuratore ai canaloni ostruiti in dodici mesi tanti impegni traditi

Per l'impianto di Punta Gradelle ennesimo rinvio: se ne parla nel 2017. La manutenzione inesistente 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Sorrento - Il degrado dei valloni, la commistione tra fogne nere e bianche, un depuratore che tarda a entrare m funzione: le cause dell'inquinamento marino in penisola sorrentina sono ben note. È su queste che Regione, Comuni, associazioni ambientaliste e movimenti civici hanno acceso i riflettori ad agosto 2015, quando lo «sversamento di materiale fecale» nelle acque di Marina Piccola costrinse il sindaco Giuseppe Cuomo a firmare un clamoroso divieto di balneazione. Ma da un anno a questa parte che cosa è stato fatto? La Gori, società consortile che gestisce le risorse idriche in Costiera, ha lavo rato per separare la fogna nera dalla bianca. Sugli altri due fronti, però, poco o nulla è cambiato rispetto a dodici mesi fa.

I canali 

I valloni della penisola sorrentina sono ridotti a discariche a cielo aperto. Ai rifiuti che molti continuano a gettare si aggiungono gli scarichi di reflui provenienti da abitazioni e giardini privati, attività commerciali e strutture ricettive: un fiume di melma che, con la pioggia, scorre fino a mare. Nonostante l'emergenza ambientale, però, mancano i progetti di bonifica così come le risorse necessarie per realizzarli.



Il depuratore 

Quanto ai depuratori, quello di Marina Grande resta in funzione benché sottodimensionato. Per l'attivazione dell'impianto di punta Gradelle, nel quale dovrebbero essere convogliati i reflui prodotti da cinque Comuni costieri, bisognerà attendere il prossimo anno. Il degrado dei valloni l sopralluoghi effettuati nei valloni restituiscono l'immagine di paradisi terrestri ridotti a un inferno di incuria e inquinamento. A Lavinola, cumuli sterpaglie ostacolano il corso dei torrenti con l'acqua che invade le grotte anticamente utilizzate come cave di tufo, senza dimenticare i rifiuti smaltiti da residenti senza scrupoli. Nel canyon di San Giuseppe, una frana ha danneggiato la condotta fognaria e solo il tempestivo intervento della Gori ha evitato che i liquami fuoriusciti si riversassero nelle acque di Marina di Cassano. Dissesto idrogeologico e inquinamento minacciano pure il vallone dei Mulini di Sorrento: decine di abitazioni vi smistano i reflui alimentando un fiume che sfocia a Marina Piccola.

Il tempo perso 

Da agosto 2015 a oggi, nei valloni sono stati effettuati solo interventi - tampone. Nel tratto finale di Lavinola, a gennaio è stata rimossa parte dei rifiuti e sono state sostituite le briglie metalliche chiamate ad arrestare la corsa dell'immondizia verso la foce. Negli altri canyon la situazione non è cambiata. A dicembre 2015, su iniziativa dei consiglieri campani del Pd Enza Amato e Gennaro Oliviero, nella finanziaria regionale era stato inserito un emendamento che impegnava la Giunta a stanziare i fondi per la bonifica dei valloni. A otto mesi di distanza, però, mancano i progetti di recupero così come le risorse necessarie.

La denuncia 

«Siamo al lavoro per eliminare il degrado una volta per tutte - fa sapere Amato - Non c'è più tempo da perdere». La commistione tra fogne nere e bianche Gli acquazzoni estivi ripropongono il problema degli allacci impropri dei tubi dell'acqua piovana sulle fogne, già di per sé insufficienti. In caso di forte maltempo, la pioggia affluisce in grande quantità nelle condotte fognarie e le manda in sovraccarico; per evitare che queste si rompano, viene azionato il sistema del «troppo pieno» e in mare vengono «sputati» acqua e liquami.

Le opere 

La Gori ha lavorato in tutta la Costiera per eliminare le commistioni tra fogne nere e bianche. A piano, i lavori si sono concentrati su corso Italia interessando il sistema di recupero delle acque del rivo San Giuseppe e il pozzo a vortice di Piazza della Repubblica. A Sant'Agnello, in via Iommella Grande, la società ha separato 18 pozzetti fognari, eliminato gli scarichi di liquami nella rete dell'acqua piovana e azzerato gli sversamenti abusivi nel collettore comprensoriale. A Sorrento, la Gori ha separato la rete bianca dalla nera in via Rota, via Correale e viale Nizza, oltre a rifunzionalizzare l'impianto di sollevamento di Marina Piccola: fu proprio il default di quest'ultimo, ad agosto 2015, ad aggravare lo sversamento di liquami nel tratto compreso tra il molo e la villa Pompeiana. Negli ultimi dodici mesi, inoltre, il sindaco Giuseppe Cuomo ha firmato più di cento ordinanze con le quali ha imposto ai residenti di interrompere gli scarichi abusivi e di separare le condotte dell'acqua piovana dalla rete fognaria. Lo stesso ha fatto 'Vincenzo Iaccarino, primo cittadino di Piano, poche settimane fa. Tuttavia, circa il 90 per cento delle abitazioni e delle attività commerciali della Costiera convoglia i reflui nelle condotte «sbagliate»: su questo fronte, quindi, resta ancora molto da fare. I depuratori Attualmente i liquami di tutta la penisola sorrentina finiscono in una condotta sottomarina tra Meta e Seiano per poi essere dispersi a 400 metri dalla costa. In funzione ci sono soltanto tre depuratori a Massa Lubrense e uno a Marina Grande di Sorrento.

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