venerdì 12 agosto 2016

Sant’Agnello, musica e arte nel “Giardino incantato” di Michele De Angelis

di Claudia Esposito

Sant’Agnello - Nemmeno le nuvole e la pioggia che avevano minacciato la penisola sorrentina fino a poche ore prima hanno avuto il coraggio di rovinare de “Il giardino incantato” di Michele e Lina De Angelis. Folla delle grandi occasioni con presenze arrivate anche dal capoluogo partenopeo per partecipare alla serata-evento a base di arte, colori e musica organizzato dall’eclettico artista dai più svariati interessi che spaziano tra fotografia, pittura e scultura (solo per citarne alcuni). L’estro multiforme dell’ex bancario e docente universitario spunta in un percorso fatto di quadri, sculture, mobili, composizioni d’arredo, lampade, quest’anno anche t-shirt e tessuti, innestati nella natura tra alberi di agrumi e vegetazione tropicale, sotto la luce di tremolanti fiammelle che danno un’aura ancora più magica alla serata. Le opere, spesso frutto di improvvisi lampi creativi, sono tutte ricavate da materiali di risulta, lastre di compensato, damigiane, utensili in ferro, attrezzi agricoli, ombrelli vecchi, scarti che in mano a De Angelis si animano di nuova vita assumendo nuovi significati a cui il visitatore è chiamato a partecipare con la propria immaginazione.
 
Nell’isola verde che sorge a pochi passi dal traffico della costiera anche richiami marini, con pezzi di maioliche che diventano vele dipinte che solcano i mari dell’immaginario. Si svaria anche tra l’amor profano, terreno, quello per lo sport, con tre sculture dedicate all’amato Napoli, ai successi della Juve e all’Italia, e l’amor sacro, il misticismo e la religione. Una fede richiamata non solo da pitture e sculture ma anche dall’edicola votiva che illumina la parte posteriore del giardino dove troneggia un'effige maiolicata di San Michele Arcangelo risalente al 1862, forse ricavata da un bozzetto di Luca Giordano o Guido Reni. Una raffigurazione diversa dall’iconografia tradizionale dove l'Arcangelo non brandisce la spada in segno di minaccia ma la porta alta, in segno di autorevolezza. Ulteriore peculiarità della maiolica ottocentesca anche la mancanza della tradizionale bilancia per soppesare i peccati umani, sostituita piuttosto dallo scudo recante il motto "Quis ut deus", colui che appartiene a Dio. A completare la magia della serata incantata anche la musica dei mandolini dell’Orchestra stabile “Vincenzo Schisano” diretta dal maestro Marianna Astarita Maresca, mezzosoprano e cantante del Teatro San Carlo. Al termine dell’esibizione, momento di festa con tanto di brindisi augurale di Buon Ferragosto condito da coloratissime dolcezze gastronomiche.

Nessun commento: