sabato 6 agosto 2016

La democrazia dello streaming

Vico Equense - Questa mattina ho letto un’intervista a Maurizio Cinque, pubblicata sul settimanale Agorà. In un passaggio il leader della minoranza, parla di Consigli comunali, giunte e commissioni varie in streaming… Parole, più all'insegna di un approccio politico grillino che non di un’impostazione responsabile quale spetta all'azione di una forza di opposizione che ha raccolto più di 5000 voti. Non sono convinto che streaming faccia rima con democrazia e trasparenza. Mi sembra logico che chi ha una telecamera puntata addosso non parli a chi ha di fronte, ma al pubblico. Si studia un bel discorso e si recita un copione, fregandose altamente di chi gli sta intorno. Come ogni telespettatore sa fin troppo bene, le telecamere accese non hanno il pregio e la capacità di riprendere la realtà così come sarebbe se quelle telecamere non ci fossero. Al contrario, la presenza di un occhio elettronico, incide e molto sui comportamenti dei soggetti ripresi. E incidendo inevitabilmente distorce e comunque modifica la realtà. Se la politica fosse così semplice, se bastasse l’occhio di una telecamera per darle dignità allora saremmo a posto. La pretesa che lo streaming serva a rendere il processo politico più trasparente è totalmente infondata. In ogni caso, se si pensa che una telecamera accesa renda più trasparente la politica, la minoranza potrebbe cominciare mandando on line le proprie riunioni…Questa, ovviamente, è un'opinione personale e non rappresenta in alcun modo il pensiero della maggioranza.

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