Dopo la denuncia sulla fuga di iscritti è già scontro sul tesseramento
Fonte: Pietro Treccagnoli da Il Mattino
Lo stato dell'arte del Partito democratico napoletano lo potete misurare m tanti modi; dai voti raccolti (percentuali da partito d'opinione); dagli iscritti del 2016 che dall'apertura delle danze (si chiuderanno tra dieci giorni) latitano come rondini in pieno inverno; dall'evanescenza dei circoli ridotti al cinquanta per cento e vivi solo sulla carta, ma non di fatto; dalle inchieste sulle false candidate. Ma potete capire quanto si sia vicini al collasso, al fallout, collegandovi al sito cittadino, attraverso il quale dovrebbero passare tutte le comunicazioni e la vita stessa del partito e capire, ad esempio, tempi e modi del tesseramento. Altro che politica 2.0 o 3.0, sembra di essere tornati all'anno zero. Se digitate www.pdnapoli.it vi imbattete nella schermata generale della piattaforma Wordpress che vi invita a proseguire nella navigazione scegliendo la vostra lingua: l'inglese, l'italiano, il catalano, l'arabo, i misteriosi bosanski o cymraeg . Che cosa è successo? In parole povere non è stato rinnovato il dominio che costa poche decine di euro. Quindinisba, arrangiatevi con il tradizionale passaparola. Fortunatamente per iscriversi online, autonomamente, si può e si deve passare attraverso quello nazionale. Ma quanti lo fanno? Sebbene sia facile non sono tanti visti i numeri diffusi sui social network dal consigliere regionale dem, Antonio Marciano. Il suo post su Facebook ha scatenato un putiferio. Lui si limitato a mettere il dito in una piaga che brucia.
Ed è subito scattata l'inevitabile minimizzazione che spiega, ma non rassicura. Le cifre del crollo sono da vertigine. A Napoli la fuga, rispetto all'anno passato, è quasi del novanta per cento: da ventimila iscritti circa a meno di duemila. Nelle altre province il quadro e appena appena migliore, fatta eccezione di Salerno dove il Pd, a trazione deluchiana, non è sie dissanguato come altrove. Ad Avellino, invece, le iscrizioni sono m pieno svolgimento. Un tesseramento straordinario, gestito dal garante romano Piccar do Tramontano, che anticipa di qualche settimana l'apertura del confronto interno in vista del congresso provinciale. Comunque, il coro tra consiglieri e dirigenti locali insiste su un punto, architrave di tutto il ragionamento: la formalizzazione in Rete delle iscrizioni avviene all'ultimo minuto, per abitudine e per pigrizia. Ma pure per un uso da principianti della tecnologia, altrimenti non ci si ridurrebbe a farsi segare il sito da sotto le gambe, come un ramo marcio. Sarà pure democrazia liquida (anche i siti degli altri partiti resistono a fatica, senza aggiornamenti, ma resistono), ma qui siamo all'evaporazione, al passaggio allo stato gassoso. Lo si capisce ancora meglio se si prova a fare un censimento dei circoli (un tempo erano solide sezioni). Sui centoventi circa della provincia di Napoli, quelli che esistono davvero e non sono solo illusioni (vengono conteggiati anche quelli sbarrati) saranno una cinquantina. Ma possono vivere online senza necessariamente avere quattro mura. Appunto, online. Si fa di necessità virtù, ma con esiti traballanti. Anche i circoli esistenti, dati per vivi e apparentemente, vegeti se la passano maluccio. Molti hanno chiuso, come quello storico di corso Secondigliano: non c'erano più i soldi per l'affitto. Molti circoli registrano poche tessere e quindi hanno scarse risorse in cassa. L'iscrizione annuale costa 16 euro. Otto vanno al circolo, sei alla federazione provinciale, due a quella regionale. Senza tesserati non si cantano messe. Il segretario provinciale, Venanzio Carpentieri ammette: «La difficoltà è reale, perché mancano pure le contribuzioni obbligatorie dei parlamentari. Qualcuno è distratto da troppo tempo». Ma nei circoli ci sono però nodi politici, non solo finanziari. Per quello del proprio Comune, dove fino a qualche giorno fa era sindaco, Carpentieri sta immaginando un commissariamento. Altri da tempo, viceversa, chiedono il suo di commissariamento, dalla segreteria napoletana. A Barra, invece, sono arrivati i sigilli dell'ufficiale giudiziario. È il circolo di Salvatore Madonna, indagato per Listopoli. A Castellammare di Stabia è arrivato il facilitatore Gennaro Migliore, ma il circolo dov'è? Il sasso lanciato da Marciano è molto di più di una provocazione. «Il tesseramento all'ultimo minuto è scandaloso» insiste il consigliere regionale pd. «È il segno di una politica prigioniera di logiche del passato». Il suo collega in Regione, Raffaele Topo, prova però a rispedire il sasso al mittente e dà la linea al partito dei ridimensionatori: «La vera attività di tesseramento si sta facendo adesso, si sta concentrando la maggioranza delle iniziative». Sarebbe sempre stato così, a suo dire. «Anche io non mi sono ancora iscritto, provvedere) nei prossimi giorni» confessa. «Piuttosto...». Piuttosto? «L'attuale parziale numero di iscritti non dovrebbe diventare argomento di polemiche. Suggerisco ai miei colleghi di mobilitarsi per un congresso partecipato. Io sto facendo la mia parte, promuovendo iniziative nei vari Comuni della provincia». Una corsa contro il tempo alla quale i democratici sono abituati. La deadline è il 28 febbraio, dove si è arrivati di proroga in proroga. Pure Tommaso Ederoclite, renziano doc ed ex-portavoce, ammette di essersi iscritto solo due giorni fa e, nel suo paese, Frattamaggiore, in due settimane sono stati registrate 100 tessere. «I segretari di circolo sono pigri» spiega. «Le iscrizioni. che preferiscono fare sul cartaceo, le mettono in Rete all'ultimo momento. Finora non l'hanno fatto il 60-70 per cento dei circoli. Vedrete che alla scadenza arriveremo alle cifre abituali». Pigrizia, ma pure altro, però. «Il segretario di Caivano è stato eletto da poco e non ha ancora le credenziali per mettere i dati online» aggiunge Ederoclite. «Ad Acerra sono concentrati sulla scelta del sindaco per le prossime amministrative. In compenso a Fuorigrotta ho visto la fila. Siamo solo al primo tempo. Il trenta per cento dei circoli non ha il segretario e quindi neanche le commissioni di tesseramento». Sarà, ma con un partito che, di voto in voto, viene eroso come una pietra carsica, sono spiegazioni che rendono il quadro addirittura più fosco. Autentico sbandamento democratico. Gianfranco Würzburger, segretario organizzativo, collaudata scorza scudocrociata, è finanche ottimista, beato lui: «In questo momento siano già ben oltre i duemila iscritti e a fine mese ci avvicineremo alle quote del passato». Ma il segretario dei Giovani Democratici, Marco Sarracino, non ci sta e senza mezzi termini ribatte: «Se il Pd riuscirà a fare 20mila tessere m una settimana sarà lo stesso uno scandalo, altro che un successo». In sostanza si dimostrebbe che i circoli sono solo tesserifici per il gioco perverso delle correnti e dei capibastone. Vecchio vizio? «Matteo Renzi voleva eliminare questa degenerazione, ma con lui il fenomeno si è accentuato. Dov'è il lanciafiamme annunciato dopo il disastro delle Comunali?». La battaglia all'interno del partito nazionale ci sta mettendo del suo. «La disaffezione della sinistra nasce anche dallo spettacolo della scissione» incalza Sarracino. «Comunque, non riesco a credere ai numeri di iscritti che sono stati diffusi, anche perché sono inferiori di quelli dei Giovani democratici e francamente non mi sembra possibile». Sarà vero allora che non li registrano? «Credo di sì, ma il nodo è che ormai nel Pd non ci sono le intense campagne di tesseramento, tutto si fa in vista dei congressi, per contarsi». Da tempo sono scomparsi i manifesti che invitavano a iscriversi, ma erano i tempi della falce e martello e dello scudo crociato, al limite quelli della quercia. È che il radicamento sul territorio è un ricordo nebbioso. Gli stessi parlamentari sonnecchiano sugli allori dei nomi bloccati. Essere nominati esime dalla conquista porta a porta del consenso. Conta la fiducia del segretario che ti mette in lista in una buona posizione piuttosto che quella del cittadino che deve scegliere. Allora statevi tutti bene. Tornati da Roma, troppi deputati e senatori, si perdono come lacrime nella pioggia. L'ex-governatore Antonio Bassolino, dall'alto della sua esperienza, non riesce a nascondere lo sgomento generato da quei numeri stentati. «Bisogna abituarsi alle discese ardite e alle risalite» prova a ironizzare, citando Lucio Battisti. «Purtroppo nel Pd esisto- Carpentieri «I circoli? La difficoltà è reale mancano le contribuzioni dei parlamentari: qualcuno è distratto da troppo tempo» Primarie Militanti del Partito Democratico napoletano mobilitati per partecipare alle ultime elezioni primarie tenutesi in città per la scelta del candidato sindaco per Palazzo San Giacomo II portale Non è stato rinnovato ¡I dominio: sarebbe costato poche decine di euro no seri problemi di tesseramento. Bisogna passare per le correnti e le correnti maggioritarie in un circolo rendono difficile l'iscrizione a chi non appartiene al proprio gruppo». Una denuncia grave, ma che non stupisce chi vive dall'interno le dinamiche di un partito balcanizzato. «Le tessere servono a costruire carriere. Salgono e scendono, soggette come sono ai filtri correntizi. Se abbiamo avuto liste dei falsi candidati, figuriamoci se non possono esserci dei falsi tesserati. Si è messo il referendum costituzionale, straperso a Napoli, nelle mani degli strateghi del disastro delle Comunali. Che cosa ci si poteva aspettare se non Listopoli?». Lo scenario è questo, mentre a Roma, divisi come in una guerra per bande tra scissionisti e legittimisti, sembrano recitare la comoda parte delle tre scimmiette: non vedono, non sentono e non parlano. E alla fine del carosello l'impennata delle tessere, seppure ci sarà, dimostrerà che la soluzione è peggiore del male.
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