Vico Equense - Il Paradiso sommerso rischia di soffocare. Incuria e inciviltà minacciano la biodiversità del Banco di Santa Croce, una zona di tutela biologica le nel mare di Vico Equense, un piccolo ma brulicante scrigno di bellezza amato dai subacquei e dai fotografi di tutto il mondo. E’ uno degli angoli più belli del Tirreno: siamo a trecento metri dalla costa, dove inizia la penisola sorrentina. Sulle pareti scoscese, prende forma la suggestiva “nursery” dei gattopardi, che qui vengono a deporre le uova, tra le gorgonie colorate. Un nuovo allarme giunge dall’associazione MedSharks, che con Eleonora de Sabata studia e monitora la popolazione di squaletti. E’ il drammatico report dell’ultima immersione, sabato scorso: lenze incagliate tra le rocce avvolgono le uova, gorgonie rosse sradicate dagli strattoni delle lenze, pezzi di corallo galleggianti. “Eppure qui sarebbe proibita la pesca. – denuncia la ricercatrice e fotografa subacquea – Ma evidentemente avvicinarsi alla scogliera sommersa è una tentazione troppo forte per i bracconieri del mare: attorno al Banco, il pesce si riproduce velocemente. Chi non ha scrupoli, pesca con più facilità”. Non basta l’impegno, quasi quotidiano, di un gruppo di appassionati subacquei, coordinati da Pasquale Manzi del Bikini Diving, che nel corso degli anni ha organizzato anche una serie eventi di sensibilizzazione (i cosiddetti “BioBlitz”): la vita del Banco e la sua biodiversità paiono, oggi, sempre più a rischio. “Denunciamo e ripuliamo, senza soluzione di continuità. – spiega de Sabata - Portiamo via lenze e ami, reti e rifiuti. I danni sono però incalcolabili: sabato diverse uova di gattopardo erano state strappate dalle gorgonie e giacevano sbattute sul fondale. Chiediamo più controlli e una maggiore civiltà, in particolare dai pescatori della domenica. Si teme tanto l’impatto dei subacquei sull’ambiente ma il vero problema è la devastazione che anche in pochi minuti un solo pescatore di frodo può causare con le sue lenze. Questo è un piccolo Paradiso da proteggere e tutelare”. (Fonte: Pasquale Raicaldo da la Repubblica Napoli)
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