I primi dati. La campagna per le iscrizioni proseguirà fino a fine mese: ma, salvo miracoli, in Campania è fuga dei sostenitori
Fonte: Vincenzo Iurillo da Il Fatto Quotidiano
Tre giorni fa, parlando davanti alla platea della Treccani, Massimo D'Alema l'ha descritto come uno dei sintomi più evidenti della crisi: "Quando ero segretario dei Ds, gli iscritti erano circa 650 mila. Oggi il Pd ha 180 mila iscritti: forse qualcosa non ha funzionato". Ecco, in attesa della chiusura del tesseramento democratico - a fine mese - le prime indiscrezioni che arrivano da una grande città come Napoli, non aiutano a dargli torto.
IL DATO È PARZIALE, del 14 febbraio, mancano ancora due settimane prima di scrivere il punto e ovviamente ci sarà un'impennata nelle ultimissime ore prima della chiusura dei termini fissata al 28 febbraio. Ma al momento la federazione provinciale di Napoli registra meno di duemila tessere, per la precisione 1980. Siamo appena ad un decimo delle oltre 20 mila iscrizioni raccolte nella 'stagione' 2015/16, in un momento di relativa buona salute del governo Renzi e del Pd locale, fresco di vittoria alle Regionali grazie alla buona stella di Vincenzo De Luca. Napoli è la città dove Renzi aveva puntato molte fiches: il commissariamento per la bonifica di Bagnoli, il pressing sulla Apple per investire a San Giovanni a Teduccio, lo sblocco di 308 milioni di euro di investimenti in opere pubbliche. Il 'Patto per Napoli', con il quale aveva raggiunto una tregua istituzionale con il sindaco Luigi de Magistris, il 'nemico' che sognava una città 'derenzizzata'.
Renzi ha però sbagliato cavallo alle Amministrative del 2016, investendo i sogni di ritorno del Pd alla guida di Napoli sul nome della deputata giovane turca 39enne Valeria Valente, ex assessore di Rosa Russo lervolino. E stato l'inizio di una sequela di disastri politici e di immagine, che hanno aggravato la situazione già compromessa a livello nazionale. All'inizio furono le primarie vinte da Valente grazie alle monetine distribuite fuori ai seggi. Poi il rifiuto di affrontare nel merito la questione, sulla quale la Procura ha aperto un suo fascicolo, seppellendo i ricorsi di Antonio Bassolino. Infine 'l'assoluzione' dei galoppini filmati da Fanpage a regalare gli euro: candidati con Valente, come se nulla fosse. Bassolino si è rintanato in un silenzio ostile e non ha mosso un dito in campagna elettorale, così Valente non ha raggiunto il ballottaggio. Ora si scopre che nessuno voleva candidarsi in coalizione col Pd e che per chiudere la civica della candidata sindaco 'Napoli Vale' a 40 nomi, ne hanno inventati nove fasulli, finiti in lista a loro insaputa. La Procura è a caccia di chi ha falsificato moduli e autenticazioni, i primi indagati sono due big dei democrat, il consigliere comunale Salvatore Madonna e Gennaro Mola, il compagno di Valente.
INSOMMA, la cronaca del Pd a Napoli non va più nelle pagine di politica, ma di giudiziaria. Si era appena finito di scrivere dell'inchiesta per istigazione al voto di scambio a carico di De Luca, scaturita dall'audio di una riunione all'Hotel Ramada in cui il governatore incitava 300 sindaci ad offrire fritture di pesce per far votare Sì al referendum. Una brutta figura anche questa. Impossibile non ritenere che il tutto non si sia riverberato nel calo delle iscrizioni. Non vanno molto meglio le cose a Salerno, il regno di De Luca, fermo a 4.676 iscrizioni: l'anno scorso superarono le 10.000. Crolli pure ad Avellino (1000 tessere), Caserta (1.000) e Benevento (986), rispetto ai 7.445,4.500 e 4.287 del 2015. "Numeri che sono frutto anche di enormi ritardi organizzativi che in un partito significano prima di tutto ritardi politici, e poi trasparenza e rigore" commenta Antonio Marciano, il consigliere regionale Pd che ha diffuso i dati. "Rimango sbalordito che non ci sia stato un minimo sussulto da parte di chi ha la responsabilità di gestire quello che è stato e rischia di essere uno dei punti di criticità del partito a Napoli e in Campania e di esporci a un'ulteriore figuracela: il
tesseramento".
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