“Basta chiudere gli occhi! Serve un freno al gioco d’azzardo. Offriamo spazi e luoghi d’incontro alternativi!”
Massa Lubrense - Questo è il grido provocatorio di alcuni giovani della nostra terra. Grido rivolto prima di tutto alle istituzioni locali, al nostro sindaco, agli amministratori e consiglieri comunali della nostra città, ai dirigenti scolastici e al personale docente, agli esercenti di bar, tabacchi e sale-giochi, alle associazioni educative e culturali, alle realtà del terzo settore e socio-assistenziali. A chi si occupa delle realtà marginali del nostro territorio, fino ad arrivare al più ampio raggio della politica nazionale. La nostra è una terra piagata dal gioco d’azzardo! E non lo diciamo per fare ascolto oppure per qualsivoglia altro motivo. Lo gridiamo perché abbiamo a cuore la vita. Perciò non possiamo tacere di fronte allo scempio causato dall’ossessione per il gioco d’azzardo. Famiglie rovinate. Anziani impoveriti. Giovani che sciupano la loro esistenza. Addirittura bambini e adolescenti in balia di pratiche e modelli completamente sbagliati. Abbiamo ancora tempo per rimediare a questo sfascio. Non creiamo altri scarti nell’umanità già indebolita da mille problemi sociali ed economici, provocati da vendite e acquisti schizofrenici di Gratta&Vinci; il problema è sempre più in crescita, tutti ne parlano, tutti osservano, e poi è facile dare del “poverino” a chi ha perso persino la dignità, è facile avere pena di chi gioca più di quanto guadagna, è facile parlare, ma quanti veramente cercano di fare qualcosa?
Non piangiamo domani per responsabilità che non ci siamo assunti oggi. Salviamo le persone dal nulla verso cui stanno precipitando affidando la loro vita a una scommessa, ad un Gratta&Vinci o a un giro di slot-machine. Ci appelliamo a voi tutti. Non è solo questione di leggi e di regole. È questione di buon senso. Al sindaco e ai politici locali ricordiamo che le sale-scommesse spuntano come funghi a fianco a scuole, centri e luoghi di aggregazione per i giovani: possibile che non abbiate nemmeno lo strumento della persuasione per dare un freno a tutto ciò? In che modo possiamo aiutarvi come giovani attivi di questa terra? Parlate, esprimetevi, esponetevi. Avete percezione della gravità del problema? A voi esercenti, che avete il diritto di gestire attività legali agli occhi dello Stato, possiamo chiedere anche soltanto di guardare ai vostri clienti come uomini e non come numeri? Possiamo chiedervi di allontanare chi ripetutamente perde troppi soldi? Possiamo chiedervi di collaborare con le strutture sanitarie e caritatevoli per segnalare casi che vi appaiono critici e pericolosi? Ha senso assistere al disfacimento di una vita per un mero motivo di soldi? Collaborate, aiutate a creare una cultura della responsabilità e dell’autocontrollo. Pensate ai figli dei vostri clienti in balia del gioco, pensate che quei bambini non debbono pagare la colpa dei genitori. Saremmo davvero entusiasti se diversi di voi che decidessero, in libertà e coscienza, di ridurre o sostituire le slot-machine e la vendita di giochi con spazi destinati alla cultura, ai libri e all’ascolto della musica, dimostrando che è possibile fare impresa in modo alternativo.
Diversi comuni stanno adottando misure preventive contro la ludopatia, vietando l’acquisto di Gratta&Vinci, scommesse e l’uso delle Slot VLT in determinate fasce orarie, riducendo radicalmente la spesa in azzardo dei cittadini.
Ai genitori, e a chiunque abbia un ruolo educativo in questa straordinaria terra chiediamo di presidiare di più le nostre strade, di avere le antenne dritte sul disagio, di non limitarsi ad aspettare che i “casi” arrivino ad essere estremi: andiamo e andate a cercare chi non si rende conto che sta mettendo a rischio la sua vita e i suoi affetti più cari. Molti li conosciamo, non abbassiamo lo sguardo.
A tutti, istituzioni, scuola, parrocchie e associazioni, chiediamo di lavorare alla creazione di spazi che consentano ai più giovani di vedersi, stare insieme e vivere al meglio il tempo libero. Cerchiamo di tornare umani, di ascoltare il cuore e la coscienza: non abbassiamo la nostra condizione umana all’omertà. Chiudere gli occhi non serve a niente e fa diventare il futuro una terribile voragine. Non aspettiamo applausi. Ma risposte concrete volte a costruire il bene comune. Lo dobbiamo a noi e, soprattutto, alle nuove generazioni.
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