Spiaggia del Purgatorio, Meta |
Meta - Di positivo c'è che lo stop arriva ormai a estate finita, quando le spiagge cominciano progressivamente a svuotarsi. Di negativo c'è che Meta e la penisola sorrentina tornano a fare i conti con l'inquinamento marino e con la mancata separazione tra le condotte dell'acqua piovana e la rete fognaria. La balneabilità è dunque legata alle condizioni meteo. A riaccendere i riflettori su questi temi è il divieto di balneazione disposto dal sindaco Giuseppe Tito per la baia del Purgatorio. Decisivi i risultati delle analisi effettuate dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpac) il 14 settembre scorso. Nelle acque della baia, gli esperti hanno riscontrato un livello di Datteri fecali al di sopra del limite fissato dalla legge. Segnalati anche rifiuti solidi e chiazze di schiuma densa in superfìcie. Sulla base di questi elementi, lunedì scorso, i vertici dell'Arpac hanno sconsigliato la balneazione: un monito al quale il sindaco Tito ha dato seguito solo ieri, firmando l'ordinanza che impone lo stop ai tuffi fino a nuova comunicazione. All'origine del boom di batteri ci sono gli allacci impropri tra le condotte dell'acqua piovana e la rete fognaria: in caso di forte maltempo, la pioggia affluisce in grande quantità nelle tubature, già di per sé insufficienti, mandandole in tilt. A quel punto, per scongiurare danni, viene attivato il sistema del «troppo pieno» e in mare viene «sputata» acqua mista a liquami.
Il problema sembra essersi riproposto, in concomitanza delle recenti piogge, nella baia del Purgatorio di Meta, cittadina dove gran parte delle fogne è ancora collegata alle condotte dell'acqua piovana. Per separare le reti, a ottobre 2016, la Gori ha avviato un piano triennale di investimenti per due milioni e mezzo di euro. A quasi un anno dal via, la società consortile ha ultimato circa il 40 per cento dei lavori: le condotte dell'acqua piovana risultano scisse dalle fogne a Sorrento e a Piano, ma non a Sant'Agnello e a Meta dove gli interventi dovrebbero cominciare a breve. Intanto, sul divieto di balneazione interviene il Wwf: «II provvedimento andava emanato senza attendere le analisi dell'Arpac, ipotesi prevista dalla legge - ammonisce il leader ambientalista Claudio d'Esposito - Nel frattempo i bagnanti hanno sguazzato ignari nelle acque putride del Purgatorio il cui nome sembra voler presagire un triste destino: un limbo sabbioso tra l'orrore dei rifiuti umani e il sublime della natura».
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