martedì 1 maggio 2018

Precari. Contratti di due giorni e niente malattie

Fonte: ma.ca da Metropolis 

Denise ha appena terminato una riunione con alcuni precari di un'azienda napoletana dove un terzo dei lavoratori sono 'somministrati', con contratti anche di due o tre giorni. Ed alcuni per paura di non vederselo rinnovato e di perdere la possibilità di portare a casa un guadagno - anche se minimo, occasionale ed incerto - si sono convinti a rinunciare anche al diritto di malattia. "La situazione è drammatica" racconta Denise Carbone, 48 anni, molti vissuti come precaria nel mondo della formazione ed oggi segretario generale UilTemp Campania che si occupa dei lavoratori precari. "Non si tratta più di non potersi permettere un mutuo per la casa, oramai diventato sogno irrealizzabile: oggi non si riesce nemmeno a chiedere un piccolo prestito". I dati della disoccupazione, arrivata a soglie del 40% - con Napoli tra i 13 comuni della penisola dove si registra il maggiore aumento nel 2017 (+3,9) con 24mila persone in più alla ricerca di un lavoro rispetto all'anno precedente - parlano chiaro. "L'unica occupazione che aumenta è quella non stabile, con tutto quello che ne consegue, ed in particolare in Campania la fascia colpita non è più soltanto quella dei giovani dai 18 ai 24 anni, ma anche degli over 45.
 
Non solo quindi nuove generazioni, ma anche persone precarie da 12 anni o che sulla soglia dei cinquant'anni sono fuoriuscite dal mercato del lavoro e con difficoltà si sono rimesse, ma con contratti di lavoro spezzettati, non continuativi, prestazioni occasionali. Formule che non permettono ai lavoratori neanche di accedere alle prestazioni a sostegno della famiglia". Dietro i numeri, le storie drammatiche di precarietà di lavoro e di vita. "Dai giovani che hanno perso qualunque speranza di costruirsi una famiglia o vanno via, ai padri di famiglia che per vent'anni magari hanno lavorato nel settore metalmeccanico e d'improvviso si ritrovano precari, con retribuzioni dimezzate e con figli che non sanno più come mantenere". In pochi si rivolgono ormai ai sindacati. "Spesso non ci cercano per timore di non vedersi rinnovato il contratto". Un'emergenza in cui i pensionati sono l'unico sostegno certo per molti. "Ma in un prossimo futuro non si potrà più contare neanche sul loro aiuto - conclude Denise, prima di scappare ad un'altra assemblea con altri lavoratori precari - mentre tra due anni, orami dato certo, ci ritroveremo una Campania senza giovani".

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