lunedì 11 luglio 2022

Francesco Di Leva al Social World Film Festival: «Non lascerò mai la periferia di Napoli»

«Il red carpet non mi interessa, il mio lavoro deve aiutare i ragazzi di San Giovanni a cambiargli la vita come io ho cambiato la mia». Gran Finale a Vico Equense con Maggie Civantos e Jenny De Nucci. Miglior film “Boxer blood and sweat” di Nima Nadaf 

di L. Mar. da Il Corriere del Mezzogiorno

Vico Equense - Francesco Di Leva guarda dritto negli occhi produttori e giornalisti per presentarsi per ciò che è, un combattente. Senza fronzoli. Lo è sempre stato. E continua dal palcoscenico del Teatro Nest di San Giovanni a Teduccio che «compie 12 anni proprio come il vostro festival», dice al Social World Film diretto da Giuseppe Alessio Nuzzo che sta per premiarlo all’Arena Fellini, nel complesso della Santissima Trinità di Vico Equense, al gran finale di gala condotto da Roberta Scardola. «Non ho mai lasciato la mia periferia ad Est di Napoli - racconta Di Leva - . Non credo nei festival dei grandi numeri, nei red carpet. Ma so che questo festival può aiutare qualcuno a cambiargli la vita e se io o qualcun altro entriamo nel cuore e nella testa di un solo ragazzo, uno solo, aprendogli una via per il futuro, allora questo festival è stato un successo». Soltanto il giorno prima Pupi Avati concedendosi a lungo per i giovanissimi della masterclass aveva detto la stessa cosa ad una adolescente: «Magari sono qui per te». Oggi invece, Di Leva, all’incontro per la stampa e gli addetti ai lavori ha davanti sua moglie, la compagna di una vita e gli si bagnano gli occhi quando vuole raccontarsi come se stesse a casa. «Se mi taglio i capelli a zero... la mia testa è coperta di cicatrici. Da ragazzo non facevo altro che fare a mazzate, per strada, ogni giorno, continuamente. Perché sapevo comunicare solo così. Covavo solo rabbia. Era il mio modo di rapportarmi al prossimo. Non ne avevo un altro per esprimermi.


 

Poi ho avuto la fortuna di incontrare maestri che mi hanno illuminato la strada, insegnandomi a parlare, ad ascoltare, a fare domande e a recitare. Ho dovuto farmi perdonare tante cose e mia moglie che può comprendere perché siamo cresciuti insieme nello stesso quartiere sa quanto sono cambiato, ora che posso dire di avere una splendida famiglia. Ma il mio principale scopo, oggi, non è quello di apparire su copertine patinate, essere ospitato a festival prestigiosi, non mi interessa. Mi interessa leggere negli occhi di un ragazzino che trascorreva le giornate a fare a botte come me e oggi si affaccia sul palco del Nest, la stessa luce che ha mi cambiato il modo di concepire la vita. Allora se questo palcoscenico, un film, questo festival coi suoi workshop possono convincere anche solo una persona, stiamo tutti lavorando ottimamente. E ai giovani attori che partono svantaggiati dico semplicemente fottetevene di quello che possono dire di voi, se siete certi di avere talento da spendere, combattete, fregatevene delle critiche e delle cadute, andate avanti per amore di voi stessi, del teatro, di chi vi sta accanto e di chi potrà apprezzarvi. Se andrà tutto bene morirete su un palcoscenico, non ho mai visto un attore in pensione. Ma felici». Qualche parola, il “Sindaco del Rione Sanità” ora con la tonaca per “Nostalgia”sempre di Mario Martone la spende anche per il parroco don Antonio Loffredo: «Sta facendo un lavoro enorme alla Sanità questo prete che non assomiglia agli altri, in un contesto complicatissimo e mi piace tanto più perché sa farsi ascoltare a beneficio di diecine di giovani». Dopo Di Leva, a Palazzo Giusso per le presentazioni moderate da Alessandro Savoia è il turno della madrina della dodicesima edizione del festival di Vico, l’attrice spagnola Maggie Civantos della serie Netflix “Vis a Vis” e di Jenny De Nucci, entrambe accolte dall’entusiasmo di un foltissimo gruppo di giovani fans, poi, all’Arena Fellini, dove vengono decretati i vincitori delle sezioni di concorso a conclusione d’una intensa settimana aperta da Toni Servillo. 

Ed ecco i vincitori del Social World Film Festival 2022. 

Per la sezione Concorso Internazionale Lungometraggi: Premio miglior lungometraggio a “Boxer Blood and sweat” di Nima Nadaf, film molto intenso che parte dalla semi clandestinità dello sport della boxe in Iran. Premio miglior regia a Gabriele Fabbro per “The Grand Bolero”, un thriller carico di psicologia girato in pieno lockdown. Premio miglior sceneggiatura a Mauro Caporiccio, Carlo Mazzotta e Fabio Resinaro per “Ero in guerra ma non lo sapevo”, la terribile storia del gioielliere Pierluigi Torrigiani. Premio miglior attore a Francesco Montanari per “Ero in guerra ma non lo sapevo”. Premio miglior attrice a Lidia Vitale per “The Grand Bolero”. Premio miglior colonna sonora a M.L. Cernuschi, S. Goldman per “The Grand Bolero”. Premio miglior montaggio a Luciana Pandolfelli per “Ero in guerra ma non lo sapevo”. Premio miglior fotografia a Jessica La Malfa per “The Grand Bolero”. Per la sezione Concorso Internazionale Cortometraggi: Premio miglior cortometraggio a “Out of play” di Romi Menachen. Premio migliore regia a Andy Vallentine per “Letter man”. Premio miglior sceneggiatura a Navid Mikkhak Azad per “The recess”. Premio miglior attore a Stefano Accorsi per “Chiusi fuori”. Premio miglior attrice a Sara Baccarini per “Notte di marzo”. Premio miglior colonna sonora a Moby per “L’ultimo stop”. Premio miglior montaggio a Daniel Riser per “Letter man”. Premio miglior fotografia a Levente Toth per “Branka”. Premio miglior cortometraggio a “Out of play” di Romi Menachen. Per la sezione Focus – Occhio al Sud: il premio miglior cortometraggio a “La Pescatora” di Lucia Lorè, mentre la giuria Young ha scelto “Tutù” di Lorenzo Tiberia. Premio miglior lungometraggio a “Come prima” di Tommy Weber, mentre quella Young ha scelto “Un mondo in più” di Luigi Pane. Per la Sezione Citta’ del cortometraggio il premio è stato assegnato a “Per la madre” di Mauro Morandini e Davide Maimone. Per la sezione Concorso Internazionale Documentari: Premio miglior documentario a Stefania Murescu per “Princesa”. Premio migliore regia a Roberto Cannavò per “Porpora”. Premio miglior sceneggiatura a K. Giannakopoulou e C.Sarpatetti per “Only Human” Premio migliore montaggio a Jesse Immanuel Bom per “(R)oma: A family history”. Premio miglior fotografia a Lars Poloskey per “Only Human”.

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