martedì 18 marzo 2025

Bubi Dennerlein quando l'acqua diventava d'oro

Fritz e Bubi Dennerlein
Con lui e il fratello Fritz la Canottieri diventò regina nel nuoto e nella pallanuoto

LA STORIA 

La sua voce nel film è quella dell'attore Mariano Rigillo. Il viaggio nella storia di Costantino Dennerlein detto Bubi - nato a Portici da padre tedesco e mamma rumena - parte dal rumore delle onde che s'infrangono sugli scogli, quelli della parte finale del lungomare di via Partenope, dov'è la Canottieri. La sua casa. "Bubi Dennerlein: leggenda di sport, maestro di vita" è dedicato allo straordinario allenatore di nuoto e pallanuoto che fece grande il club del Molosiglio insieme a suo fratello Federico detto Fritz. Ed è un omaggio particolare perché il film-documentario scritto e diretto da Francesco Zarzana - sarà presentato in anteprima martedì 25 nell'Auditorium del Parco della musica a Roma - è stato ideato e prodotto da Stefania Dennerlein, la figlia di Bubi. «Tutto è partito da un sogno», raccontano Stefania e sua sorella Giorgia, aggiungendo i loro ricordi a quelli di donne e uomini che hanno scritto la storia dello sport italiano grazie ai Dennerlein. «Lui e mio zio vivevano in simbiosi: io mi sento figlia di entrambi», dice Stefania. Nato nel 1932 a Portici, Bubi è scomparso quasi tre anni fa. Rigillo ricorda quanto profondo fosse stato il dolore per la tragica fine di Fritz, vittima di un incidente stradale nel 1992 lungo l'amatissima Penisola sorrentina. «A Vico Equense, dopo la sua morte, gli dedicano un torneo di pallanuoto in mare e Bubi voleva esserci ogni anno», ricorda Teo Betti, dirigente accompagnatore della Canottieri che negli anni Settanta dominò in Europa.

 

Nuotatori e pallanuotisti, i Dennerlein. Campioni e poi maestri. Bubi, dopo aver vinto dieci titoli italiani e stabilito quattro primati, cominciò a costruire talenti nella vasca del Molosiglio. Severissimo, poche parole. A bordovasca c'era un rigore militare. E, quando si innervosiva, in piscina volava una ciabatta o un cronometro per spingere un atleta ad alzare il ritmo delle bracciate. La più celebre allieva di Bubi è stata la padovana Novella Calligaris. «La prima convocazione in Nazionale a 12 anni per la gara degli 800 stile libero. Gli chiesi: perché gli 800? Mi rispose: perché così stai zitta per dodici minuti». Ai Giochi del 72 Novella conquistò le prime medaglie olimpiche del nuoto italiano, un argento e due bronzi. In quei podi c'era tanto del lavoro di Bubi, che poi la presentò al coach di Mark Spitz, il mitico James Consuliman, a cui disse con ironia: «Falla soffrire». Rosolino, altro plurimedagliato olimpico ai Giochi di Sydney 2000, ricorda un "esame" sostenuto da lui, Avagnano e Piscopo davanti a Bubi in una piscina di Roma. «Ci aveva portati là il nostro allenatore Siniscalco, suo allievo. Dennerlein ci vide e ci giudicò con un cenno della testa: capimmo che lo avevamo convinto». Toccanti nel salone della Canottieri le interviste di Sergio Contrada, Nicola De Simone, René Notarangelo, Gualtiero Parisio, Sandro Avagnano, Fabrizio Buonocore, il figlio di Fofò. Gian Piero Fossati racconta quando il duro Bubi si sciolse: «Per andare ad allenarmi ogni giorno alla Mostra d'Oltremare dovevo prendere l'autobus e servivano 50 lire. Non le avevo. Bubi mi fece avere un rimborso spese di tremila lire». I Dennerlein crearono un'autentica scuola. Come sottolinea il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Bubi fu uno studioso profondo». Allenò la Nazionale del nuoto per 24 anni, un record. «Volevo nuotare e far nuotare, avevo deciso di fare questo e l'ho fatto», le parole di Dennerlein con la voce di Rigillo, due maestri. (f.d.l. - Il Mattino)

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