mercoledì 7 maggio 2008
Così l’ex delfino ha smentito in Procura il suo capo
Nel corso della fase preliminare delle indagini è stato interrogato due volte dai pm del pool ecologia. Ora il suo nome è nella lista dei testi del pm: Massimo Paolucci, ex subcommissario all’emergenza rifiuti, tra i potenziali accusatori contro Bassolino. Per anni delfino di Bassolino, oggi chiamato dai pm in aula contro il governatore. L’obiettivo è chiarire un punto in particolare: la netta distinzione fatta da Bassolino tra amministrazione e politica, una distinzione che il governatore indica come «la stella polare» della sua carriera. Ed è su questo punto, che Paolucci sembra contraddire il suo mentore politico. È il 20 dicembre del 2005, quando Paolucci risponde ai pm: «Bassolino era sempre messo al corrente delle difficoltà interne all’Ati, specie nel corso delle emergenze», ammette Paolucci. Poi aggiunge: «Normalmente le interlocuzioni con il presidente Bassolino circa il funzionamento del servizio di Fibe avvenivano con cadenza mensile. Ma in occasione di eventi emergenziali anche quotidianamente». I pm insistono. Perché nessuno interveniva di fronte alle incapacità e alle inadempienze delle società appaltatrici? Paolucci: «Ricordo che Vanoli (ex vice di Bassolino) disse a Bassolino che effettivamente era prodotto un cdr non conforme al contratto ma che si trattava di un momento contingente». Poi c’è il capitolo delle presunte raccomandazioni per assunzioni in Fibe. È ancora Paolucci a rispondere: «In ogni Comune dove si aprivano siti di lavorazione del Cdr, stoccaggio o discariche, rappresentanti politici, sindaci in primis, chiedevano assunzioni di persone sul posto. Accadde a Giugliano, ad esempio. Per parte mia, posso dire che chiesi di far fare il colloquio ad una persona che abita a Soccavo, un disoccupato iscritto nelle liste di mobilità. Mi risulta che tale persona è stata assunta a Soccavo». Paolucci dovrà confermare anche le accuse rese dal subcommissrio Giulio Facchi (tra i 28 imputati) sul cattivo funzionamento degli impianti e sulla relazione di fine mandato consegnata a Corrado Catenacci. (l.d.g. il Mattino)
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