mercoledì 18 giugno 2008

Al Senato sì alla salva-premier

Applausi scroscianti nell'aula del Senato appena Anna Finocchiaro annuncia che il Pd non avrebbe partecipato al voto dell'emendamento “salva-premier”, che sospende i processi per reati commessi fino al giugno 2002. L'emendamento è passato nell'aula del Senato con 160 sì e 11 no. «Berlusconi avrebbe potuto comportarsi da statista e da una persona attenta alle sorti del Paese - ha sottolineato il presidente dei senatori del Pd -. Non lo ha voluto fare, forse per paura, certamente per pregiudizio. Trovo che sia un fatto grave. Noi non possiamo votare per quell'emendamento». «Forse il premier riuscirà ad evitare questa sentenza – ha continuato -, che sarebbe stata peraltro di primo grado proprio grazie a queste norme che ora state votando, ma ha senz’altro perso una grande occasione di rinnovamento dell'Italia. Stiamo assistendo a un film già visto e non è questa la politica che avremmo voluto vedere». Finocchiaro ha criticato la norma perché di fatto creerà «un aggravamento di lavoro in tutti i tribunali italiani» e ha accusato Silvio Berlusconi «di aver perso un’occasione davvero unica: quella di creare in Italia un nuovo bipolarismo». Appena concluso il suo intervento, tutti i senatori dell'opposizione si sono alzati in piedi per applaudirla, mentre quelli della maggioranza sono rimasti immobili e muti ai loro posti. Anche l’Italia dei Valori lascia l’Aula. «Sono venuto a dare sostegno morale a questo impegno di civiltà – ha detto il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro -, un dovere civico a cui sono chiamati i senatori dell’Italia dei Valori in questo momento così delicato per lo stato di diritto». Dissenso sulla linea del Pd da parte dei radicali. «Intendo votare contro e rimanere in aula in dissenso con il mio gruppo», ha fatto sapere Emma. «Io credo- dice- che questa maggioranza stia per scrivere una pagina buia».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ormai non avverto manco più un “clima” di emergenza democratica: sento proprio una deriva concreta e di fatto della democrazia. Rabbrividisco ogni volta che il presidente del consiglio tuona con i suoi “è la volontà del popolo”, quando sa benissimo che dovrebbe correggere “è la paura del popolo”, artatamente ed emergenzialmente creata ad hoc, si capisce.
Incapace di essere un uomo di Stato, incapace di avere il coraggio di affrontare le sue responsabilità giuridiche. Appunto, quella è la sua pasta.
Pezzo perfetto e necessario, soprattutto per le puntualizzazioni della prima parte sulle “posizioni di violento contrasto” (!) della Gandus. Grazie.

Anonimo ha detto...

Berlusconi merda